Visse con il cuore di Nicholas Green, ucciso nel ’94: morto Andrea Mongiardo

9 Feb 2017 16:43 - di Guglielmo Gatti

Pochi oggi ricordano la storia di Nicholas Green, il bambino americano di soli 7 anni ucciso a  banditi sulla Salerno-Reggio Calabria. Oggi la ricordiamo, perché è morto a 37 anni per una leucemia Andrea Mongiardo, il giovane che nel 1994 ricevette il cuore del piccolo Nicholas Green. La storia del bimbo e il gesto di generosità dei genitori, che decisero di donare gli organi, commosse gli italiani e segnò un’accelerata nel programma di donazioni e trapianto d’organo nel nostro Paese. Per il monitoraggio post-trapianto Mongiardo era ancora seguito dall’équipe di Francesco Parisi, responsabile di Trapiantologia toracica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, dove era stato trapiantato quando aveva 15 anni. Sul suo profilo Facebook Mongiardo si definiva, tra l’altro, “un paziente con tanta pazienza” presso l’ospedale del Gianicolo.

La storia di Green cambiò il costume del nostro Paese nei trapianti

 “Volevo che dalla tragedia che ha colpito la mia famiglia venisse fuori qualcosa di buono. Non sapevo a chi sarebbero andati gli organi di mio figlio, ma sapevo che quelle persone ne avevano un disperato bisogno. Non abbiamo mai avuto nessun dubbio sulla scelta fatta in quel momento. La compassione e la compartecipazione degli italiani ci hanno dimostrato fin da subito che la mano che ha ucciso nostro figlio era quella di due criminali e non quella degli italiani”. Così Reginald Green, il padre del piccolo Nicholas, aveva ricordato un anno fa a Palermo la sua scelta di donare gli organi del figlio, nel corso di un incontro organizzato da Astrafe (Associazione siciliana per i trapianti di fegato) presso la sala conferenze di Ismett. “Sono certo – aveva osservato – che gli uomini possono cambiare il mondo. Ogni volta che vado a trovare Nicholas gli dico sempre: si chiudono gli occhi, ma si aprono le menti delle persone”. La scelta della famiglia Green di donare gli  organi fu dirompente per il nostro Paese. “Al tempo di Nicholas in Italia c’erano circa 400 donatori all’anno ed eravamo fra gli ultimi per tasso di donazioni – aveva ricordato nel suo intervento Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) – Oggi in Italia ci sono 40.000 pazienti trapiantati, con sopravvivenze fra le più alte in Europa”. All’incontro aveva partecipato anche Maria Pia Pedalà che vive da 22 anni col fegato del piccolo Nicholas. Oggi ha due figli, uno dei quali porta proprio il nome di Nicholas.

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