Sesso e prostituzione di Stato. Meloni: l’Unar deve essere chiuso subito (video)

20 Feb 2017 11:16 - di Romana Fabiani

«Chiediamo che l’Unar, il sedicente “Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali” della presidenza del
Consiglio dei ministri, venga chiuso oggi stesso. L’Italia non ha alcun bisogno di un ufficio che con una mano finanzia
un’associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l’altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero». Parola di Giorgia Meloni che dalla sua bacheca Facebook torna ad attaccare un’istituzione che già in passato ha dato prova di non rispettare le finalità prefissate e che un servizio delle Iene, andato in onda domenica,  ha definitivamente smascherato.

Meloni: l’Unar venga chiuso oggi stesso

«Non un euro in più delle tasse degli italiani – aggiunge la leader di  Fratelli d’Italia, annunciando un’interrogazione parlamentare  – deve essere buttato per pagare lo stipendio a dei signori, come il direttore dell‘Unar Francesco Spano, che in evidente conflitto d’interessi assegnano decine di migliaia di euro di soldi pubblici ad associazioni di cui sono soci». Tra le tante attività promosse e finanziate dall’Unar per combattere,  a parole, le discriminazioni ci sono la promozione di ospuscoli sull’educazione gender nelle scuola e anche il finanziamento di un circolo gay che promuove la prostituzione. È quanto emerge dall’inchiesta giornalistica de Le Iene che ha smascherato una  finta associazione culturale che organizza orge e incontri sessuali tra uomini. Il tutto finanziato con fondi pubblici (55mila euro) dal momento che Unar è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per le pari opportunità. L’inchiesta giornalistica ha scatenato una valanga di proteste sul web e, forse per i troppi accessi di cittadini indignati, il sito dell’Unar è fuori gioco.

Le Iene smascherano la truffa

Le testimonianza filmate da le Iene non lasciano dubbi: questi circoli non sono altro che dei locali con ingresso a pagamento dove si incontrano persone gay per fare sesso, a volte anche questo a pagamento. Parliamo di un’associazione di imprenditori del mercato del sesso gay. L’etichetta è quella di associazioni di promozione sociale ma invece questi circoli fanno soldi a palate senza pagare le tasse. I frequentatori del circolo fanno intendere chiaramente che queste iniziative sono solo una copertura: ingresso riservato solo a uomini, sesso a pagamento.  Anche il direttore dell’Unar, Spano, ne esce con le ossa rotte. Prima si dichiara all’oscuro delle attività del circolo gay, poi, messo alle strette dal cronista Filippo Roma che gli ha fatto notare che risulta iscritto al circolo “culturale”, preferisce scappare.

Fratelli d’Italia all’attacco

Invece di combattere la discriminazione l’Ufficio della presidente del Consiglio in passato si è messo a scartabellare e a censure il libero pensiero di alcuni politici. È accaduto a Giorgia Meloni che due anni fa ricevette richiamo scritto dall’Unar, per i toni utilizzati in pubblico sul tema dell’immigrazione. La leader di Fratelli d’Italia non restò a guardare e decise di denunciare le pressioni subite manifestando imbavagliata, lanciando sui social l’hashtag #bavagliodistato. Palazzo Chigi fu costretto a chiedere chiarimenti al dirigente dell’Unar Marco De Giorgi. Ma l’Unar è ancora lì.

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