M5S, guai anche a Palermo: 5 deputati verso il processo per le firme false

9 Feb 2017 15:08 - di Federica Parbuoni
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Ci sono anche tre deputati nazionali e due deputati regionali fra i 14 indagati per la storia delle firme false presentate dal M5s per le comunali di Palermo del 2012, su cui sono state chiuse le indagini. I magistrati, secondo quanto trapelato, sarebbero orientati a chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati

Indagati tre parlamentari nazionali e due “mariti di” 

I parlamentari nazionali coinvolti sono i deputati Giulia Di Vita, Claudia Mannino e Riccardo Nuti. Oltre a loro sono indagati anche il marito della Mannino, Pietro Salvino, e Riccardo Riccardi, marito della deputata Loredana Lupo, non indagata. Riccardi è la persona che ha materialmente presentato le liste al Comune. Nel corso delle indagini, tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai pm e si sono anche rifiutati di sottoporsi all’esame della calligrafia.

I due deputati siciliani che denunciarono

I deputati regionali siciliani indagati sono, poi, Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. I due hanno collaborato, fin dall’inizio, con i magistrati. La Rocca è stata la prima a presentarsi in Procura raccontando cosa era accaduto la notte del 3 aprile 2012 nella sede del meetup di via Sampolo, a Palermo, quando avvenne l’intervento sulle firme per la presentazione delle liste. Anche Ciaccio accusa i colleghi di aver organizzato e realizzato la falsificazione delle firme, per rimediare a un errore formale in alcuni moduli. Ed è lui a chiamare in causa i deputati Nuti e Mannino. Oltre ai due deputati regionali, anche gli attivisti Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso, anche loro indagati, hanno collaborato con gli inquirenti per ricostruire cosa avvenne. Fra gli indagati, inoltre, c’è anche un cancelliere del Tribunale. 

Per il M5s non solo firme false, l’esposto contro Forello

Ma il M5s deve fare i conti anche con un’altra indagine, collegata a quella sulle firme false, ma distinta. A scatenarla è stato un esposto presentato alla Procura e all’Ordine degli avvocati dai tre deputati nazionali ora indagati Nuti, Mannino e Di Vita. I tre, insieme alle due colleghe parlamentari non indagate Loredana Lupo e Chiara Di Benedetto, hanno accusato l’avvocato Ugo Forello, candidato a sindaco di Palermo dopo aver vinto le “comunarie”, di aver «pilotato le dichiarazioni» della deputata regionale “pentita”, Claudia La Rocca. Risultato: Forello è a sua volta indagato dalla Procura di Palermo. Il gip Lorenzo Matassa, dopo l’opposizione dei legali dei firmatari dell’esposto, nei giorni scorsi ha rinviato l’udienza al prossimo 8 marzo, quando dovrebbe essere deciso se proseguire l’inchiesta. All’esposto sono allegate anche delle email di Forello. 

 

 

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