Boom di badanti e colf, gli unici lavori che “tirano”: ecco i numeri

9 Gen 2017 14:20 - di Guglielmo Federici
testamento truccato

Cresce in Italia il numero dei collaboratori domestici, soprattutto badanti. Nel 2015 presso le famiglie italiane sono stati assunti in regola 886.125 lavoratori domestici (57,6% Colf, 42,4% Badanti). Seppur nell’ultimo anno si sia registrato un lieve calo (-2,3%), il numero complessivo è cresciuto mediamente del 42% dal 2007. E’ quanto emerge dallo studio, realizzato dalla Fondazione Leone Moressa con Domina (Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestic) con elaborazioni sulla base di dati Inps. La spesa delle famiglie è di circa 7 miliardi di euro l’anno.

Raddoppia il numero di colf e badanti  in regola 

Nel periodo complessivo analizzato (2006-2015), il numero di lavoratori domestici assunti regolarmente è quasi raddoppiato, anche se l’aumento più intenso si è registrato tra il 2006 e il 2009 (+105%). Da sottolineare che il dato è influenzato anche da misure amministrative e normative, in particolare la ‘sanatoria’ del 2012. Secondo le stime Domina, considerando anche i lavoratori irregolari si supera la soglia di 1 milione di lavoratori domestici, a sostegno delle famiglie. Considerando solo le badanti, oltre il 60% delle lavoratrici regolarizzate dalle famiglie italiane proviene dall’Est Europa. Secondo i dati Domina, una badante su cinque è rumena (21,1%). Seguono le Italiane, quasi al 20%. Nel 2008 l’Italia era al 9,1% e l’Est Europa al 74,7%. In aumento anche Asia e Africa. Situazione simile anche se in tono minore anche per le colf: diminuiscono le colf dell’Est Europa, crescono italiane ed asiatiche.

Anche le donne italiane crescono nel settore

Addio al luogo comune del badante straniero. La crisi economica spinge sempre più italiani a cimentarsi con un lavoro che, fino a qualche tempo fa, veniva snobbato dalla maggior parte dei connazionali. Per effetto della crisi economica molte donne italiane che prima non lavoravano sono rientrate (o entrate per la prima volta) nel mercato del lavoro, specialmente nel lavoro domestico. Sul fronte dell’impatto economico e sociale a partire dai dati Inps si può calcolare una spesa delle famiglie di circa 7 miliardi di euro l’anno, di cui 947 milioni in contributi versati allo Stato e 416 milioni in Tfr. “Considerando i lavoratori domestici irregolari, il volume d’affari e il gettito fiscale potrebbero raddoppiare”, si legge nello studio. Secondo Domina, le somme non incassate potrebbero rientrare grazie a politiche fiscali ad hoc a sostegno delle famiglie che assumono un lavoratore domestico. In Italia, nel 2016 la popolazione con almeno 75 anni rappresenta l’11% dell’intera popolazione, valore destinato a crescere al 23% nel 2050 (stime Istat). Questo si traduce in un innalzamento dell’età media della popolazione che, se nel 2015 è pari a 44 anni, nel 2065 arriverà quasi a 50 anni. Mantenendo costante il rapporto tra badanti e popolazione anziana, per far fronte all’invecchiamento della popolazione nel 2030 il fabbisogno di badanti aumenterà del 25,2% rispetto al 2016.

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