I conti di Fassino non tornano, spariti 30 milioni di euro: Finanza in Comune

20 Ott 2016 18:08 - di Paolo Lami

Blitz della Guardia di Finanza, oggi, negli uffici del Comune di Torino, nel quadro degli accertamenti che la Procura presso il Tribunale sta svolgendo sul bilancio di Palazzo Civico firmato Piero Fassino.
Magistrati e militari intendono far luce su una discrasia fra i conti dell’amministrazione e quelli di alcune società partecipate, fra cui l’azienda municipalizzata dei trasporti Gtt e quella dell’infrastruttura InfraTo.
La Procura di Torino ha avviato gli accertamenti sul bilancio del Comune per il 2015 in seguito ad una denuncia dei consiglieri di opposizione di centrodestra che avevano sollevato il caso del “disallineamento” fra i conti della società di trasporti Gtt e quelli di Palazzo Civico: l’azienda vanterebbe un credito di parecchi milioni di euro che, invece, non compare nella documentazione.
E ora o magistrati sarebbero orientati a procedere per falso in atto pubblico seguiti a ruota anche dalla Procura della Corte dei conti che ha in animo di procedere e che già nel passato aveva già contestato i bilanci della giunta Pd.
Gli accertamenti della Procura sui conti del Comune di Torino sono stati originati da un esposto del consigliere comunale di opposizione Alberto Morano, notaio, già candidato sindaco con una lista civica di centrodestra.
Morano era stato uno dei sostenitori dell’interpellanza generale con cui la minoranza aveva contestato una delibera dell’assessore al Bilancio, Sergio Rolando, approvata il 23 agosto, che prevedeva una ricognizione contabile sul bilancio cittadino del 2016.
Il consigliere, fra l’altro, aveva rilevato “disallineamenti” per 40 milioni di euro nei rapporti di debito-credito tra Comune e alcune partecipate e, in particolare, la Gtt, società di gestione dei trasporti pubblici.
Dal bilancio 2015 di InfraTo, ad esempio, emergono crediti per 22,3 milioni con Gtt ma, diversamente, dal bilancio Gtt risultano solo 20,2 milioni di euro. Com’è possibile? Ancora più grave la questione dei conti fra Gtt e Comune di Torino a trazione Pd. In questo caso dal bilancio 2015 di Gtt viene fuori un credito di 40 milioni verso il Comune. La sorpresa è che, inversamente, nel bilancio del Comune questa voce non compare. Una cosa non solo incomprensibile ma gravissima.
«E’ un serio problema – aveva spiegato all’epoca Morano – perché delle due l’una: o non è corretta la rappresentazione dei debiti del Comune di Torino contenuta nel rendiconto della città relativo all’esercizio 2015, o non è corretto il bilancio Gtt approvato, per il tramite di Fct Holding, dalla Città di Torino il 21 luglio 2016 e quindi in base a istruzioni impartite a Fct dalla nuova giunta Appendino». Già, perché tutta la vicenda è andata concretizzandosi nel corso del passaggio di mano fra Pd e Cinquestelle: i bilanci del Comune incriminati fanno riferimento alla giunta Fassino e sono stati approvati nel 2016. Ma i bilanci di Gtt e InfraTo se li sono ritrovati quelli della giunta Appendino.
«Mancano 5 milioni di euro al bilancio del Comune di Torino e i protagonisti del gioco di prestigio sono Piero Fassino e la sua giunta, ma si apprende dagli organi di stampa che il buco potrebbe essere addirittura più grande», dicono i deputati torinesi del M5S Laura Castelli e Ivan Della Valle.
«Ci stupiremmo – dicono i due – se il consigliere Fassino, avendo firmato il bilancio 2015, non venisse iscritto nel registro degli indagati per falso in atto pubblico. Nel mirino ci sono le partecipate Gtt (Tpl) e InfraTo (infrastrutture per la mobilità). Lo diciamo da sempre: le partecipate sono uno degli strumenti maggiormente usati dai partiti per drenare soldi dei cittadini. In Italia le perdite delle società di tutte le amministrazioni pubbliche superano gli 84 miliardi. Qui la puzza di bruciato si sentiva lontano un miglio e oggi siamo fiduciosi nelle indagini che Procura e Corte dei Conti stanno conducendo».
«Incredibile – concludono i due parlamentari – come oggi il Pd stia zitto e non si preoccupi di attaccarci in modo strumentale. Ecco come hanno lavorato i “professionisti della politica” che per decenni sono stati parte attiva del sistema Torino: un giro di potere tra amministratori, finanza e grandi imprese che è stato travolto dai torinesi stessi, quelli che solo qualche mese fa hanno voluto parole diverse per la loro città: onestà, competenza, trasparenza».
«A Torino Fassino ha lasciato un vuoto enorme, un buco, una voragine con in fondo il marchio Pd – commenta anche Beppe grillo sul suo blog – se Torino sta così, figuratevi Roma, la città del Pd e di Mafia Capitale. Stiamo riparando i danni che hanno creato in decenni di malgoverno e illegalità diffusa. Oggi nessuno del Pd parla. Neppure fiatano. Bene. Continuate così. State zitti e lasciateci lavorare».
«Mentre la città si riempiva di poveri, milioni di euro sparivano dal bilancio comunale – dice Grillo attaccando frontalmente Fassino e il Pd – Eppure quella di Fassino veniva descritta come l’amministrazione perfetta e tutti i giornalisti si sorprendevano della vittoria del MoVimento 5 Stelle, solo i torinesi avevano capito tutto e ci hanno dato fiducia». L’ex sindaco di Torino ha commentato così gli accertamenti avviati dalla Procura: “Le politiche di bilancio sono sempre state gestite con rigore e trasparenza, nel rispetto delle leggi e dei principi contabili, sottoposto periodicamente agli organismi di verifica contabile, conseguendo sempre gli equilibri di bilancio e realizzando in cinque anni una consistente riduzione dell’indebitamento della città di oltre 500 milioni”.

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