Depardieu: Putin? Un uomo giusto. Gli Usa? Puritani che usano la forza

22 Set 2016 10:04 - di Adele Sirocchi

Si chiama Innocente (edizioni Clichy) il libro scritto da Gerard Depardieu (sarà presentato sabato a Roma alla Galleria A.Sordi alla Feltrinelli, ore 18,30) in cui l’attore racconta se stesso e la sua visione del mondo, spaziando da Putin alla Francia, dal cinema alla religione, dai media all’arte. “Sono un vagabondo che ama la vita – dice al Corriere della sera – e non mi atteggio a intellettuale. Sono più agricoltore che attore…”. Il cinema, afferma, è stato ucciso da Hollywood: “Ci sono dieci star e sono tutte americane, i loro film con effetti speciali sono dei giochi, il resto del cinema fa fatica ad esistere. In Italia per fortuna non avete perduto fortuna e identità”. E di Putin, aggiunge, non c’è nulla che non gli piaccia: “Il comunismo non è un’ideologia da buttare via ma non può esistere ora. Mi sforzo di essere altrove. Preferisco loro al puritanesimo di facciata degli americani, e se non pubblicheranno il libro non mi frega nulla. I nativi indiani furono cacciati senza chiedersi che male avessero fatto. Dresda fu cancellata dalle bombe quando i tedeschi avevano già perso la guerra, è lo stesso modo in cui gli integralisti hanno distrutto Palmira, una dimostrazione di forza”. Depardieu – che considera “merda giornalistica” l’accusa di essere andato via dalla Francia per non pagare le tasse – non si considera più cittadino francese: “Sono un cittadino del mondo. La Francia rischia di trasformarsi in una Disneyland per stranieri, abitata da imbecilli che fanno vino e formaggio puzzolente per i turisti. Di libertà non ce n’è più, la gente è manipolata”.

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