Italiano ucciso a coltellate da un albanese in una sala giochi

12 Set 2016 9:05 - di Gabriele Alberti

Una sola coltellata, vibrata al cuore, mentre stava giocando in una sala slot e, nonostante i tentativi di rianimarlo, per Gennaro Mercadante, 46 anni, originario di Nola, ma residente a Bresso, nel Milanese, non c’è stato nulla da fare. E’ morto all’ospedale San Raffaele, poco dopo il suo arrivo. A poche centinaia di metri dalla sala giochi “Sun city” di via Vittorio Veneto di Bresso, i carabinieri di Sesto San Giovanni hanno trovato l’uomo che l’ha ucciso: Bujar Mersini, 56 anni, albanese. Ai militari si è limitato a dire: “Sono stato io”. A pochi metri, nascosto in una siepe, è stato trovato il coltello da cucina, con una lama lunga 20 centimetri, ancora sporco di sangue, usato per il delitto. I militari, che pure continuano ad approfondire i risvolti della vicenda, hanno individuato quello che, al di là di improbabili sorprese, dovrebbe essere il movente che ha armato la mano di Mersini: la gelosia.

Albanese accusato di omicidio volontario

L’albanese, che ha qualche precedente per reati di stupefacenti come la vittima, era stato lasciato da una donna romena di 31 anni che gli aveva dato due figli, ancora minori, circa un anno fa. E la donna aveva cominciato una relazione con Mercadante. L’accusa, per Mersini, è, per ora, di omicidio volontario. Sarà il pm di Milano, Piero Basilone, a chiedere la convalida del suo arresto. Bisognerà capire se, dopo la separazione dalla donna, che lavora come donna delle pulizie, l’albanese avesse infastidito la nuova coppia. Sembra escluso, per la dinamica dell’omicidio, che tra l’arrestato e il rivale ci sia stata una lite prima della coltellata mortale. Per ricostruire il delitto saranno utili le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza della sala giochi, mentre i militari stanno accertando come Mersini sapesse che il rivale si trovava proprio lì: se i due frequentassero abitualmente la “Sun city” o se l’albanese abbai passato a serata a cercarlo. In questo caso la sua posizione si aggraverebbe perché la vicenda potrebbe sconfinare nella premeditazione. Sembra, però, che l’uomo abbia visto il furgone del rivale fuori dalla sala giochi e abbia deciso in quel momento di entrare e fargliela pagare. Dovrà spiegare, in questo caso, perché avesse già con sé il coltello. L’omicidio è la dimostrazione di come le sale giochi siano costantemente fuori controllo – ha commentato Viviana Beccalossi. prese di mira da criminali e teatro di situazioni intollerabili. Monitorarle è diventato un’emergenza, se non si vuole che diventino terra di nessuno.

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