Accoglienza agli immigrati, FdI propone una legge anti-truffa

28 Set 2016 15:30 - di Redazione
Donzelli

La chiamano “taglia-business” e punta ad avere regole più chiare e giuste nell’accoglienza dei migranti. È la proposta di legge parlamentare di iniziativa regionale che Fratelli d’Italia della Toscana ha presentato in consiglio. Obiettivo: obbligare i soggetti che si occupano di offrire vitto, alloggio e attività per gli immigrati a rendicontare tutte le spese sostenute.

Nessuna rendicontazione richiesta

«Secondo le regole attuali i soggetti che gestiscono gli immigrati oggi non devono giustificare come hanno speso i soldi pubblici ricevuti: niente fatture, niente scontrini, niente dettaglio di spese», spiega il capogruppo regionale di FdI, Giovanni Donzelli, promotore dell’iniziativa. «La legislazione di cui si avvalgono le Prefetture per i bandi è ancora oggi quella predisposta venti anni fa per l’emergenza sbarchi in Puglia», chiarisce ancora Donzelli, sottolineando che «un sistema del genere non è accettabile e permette a tanti, a partire dalle cooperative, di vederlo come un mare d’oro in cui tuffarsi. Siamo convinti che chiedere trasparenza sia doveroso e servirà anche a limitare il fenomeno degli sbarchi incontrollati in Italia».

Per l’accoglienza un business da 4 miliardi

Secondo le stime il giro d’affari dell’accoglienza toccherà nel 2016 la cifra di quattro miliardi di euro: «È un business pazzesco e – prosegue l’esponente di FdI – non è pensabile continuare a vivere in un sistema che, come ben sappiamo, ha già provocato inchieste giudiziarie e numerosi danni all’erario». «Crediamo che sia urgente intervenire», sottolinea quindi Donzelli che mette l’accento sul confronto fra l’elenco lunghissimo di documenti che deve presentare un’azienda che riceve soldi pubblici per un progetto qualsiasi e quelli che servono per il business dell’accoglienza, per cui è necessario comunicare soltanto il numero delle persone accolte.

Una legge che si può sottoscrivere online

«La proposta di legge – fa sapere FdI – si può anche sottoscrivere online con una petizione disponibile all’indirizzo www.leggeimmigrati.com, dove si trovano anche tutti i dettagli sull’iniziativa».

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