I sospetti sull’imam Breshra: quei viaggi e quel gruppo su WhatsApp…

5 Ago 2016 10:14 - di Liliana Giobbi

Il quadro si sta completando. Blender Breshra, l’imam albanese di 34 anni indagato con altri due imam nell’inchiesta della procura di Genova che ha portato all’arresto di Mahmoud Jrad, il giovane siriano che voleva andare a combattere in Siria, era il capo della cellula che stava per nascere in città. È quanto emerge nelle indagini della Digos coordinate dal pm Federico Manotti. Sotto la lente degli inquirenti ci sono anche una serie di viaggi che l’imam ha fatto quest’anno in Francia e in Germania, soprattutto.

I sospetti sui movimenti di Breshra

Come mai, si chiedono in Procura, un uomo come Breshra che non lavora riesce a viaggiare così tanto e spesso? Chi incontra? Dove va e come mai questi spostamenti? Domande che oggi suonano ancora più sinistre dopo la serie di attentati avvenuti proprio negli stati toccati da Breshra. Ma non solo. Inquietante, per gli inquirenti, è anche il gruppo creato su WhatsApp, denominato Forum dei salafiti in Siria, a cui partecipano sia l’imam che il giovane. È proprio Jrad, annotano gli agenti della Digos, che a gennaio posta un link in cui «viene criticato l’attendismo di una certa parte del sunnismo per non aver portato ancora l’ attacco al cuore dello sciismo in Iran e linka anche un messaggio che rimanda a un link del discorso del portavoce dell’ Isis in cui si fa esplicito riferimento allo spargimento di sangue sciita in Iran». L’uso di applicazioni di messaggistica per smarthphone difficili da intercettare, la “schermatura” internet della nuova moschea creata a Sampierdarena, e le ore passate dall’imam albanese dentro internet point (nonostante abbia tablet, cellulari e pc in casa e moschea), preoccupano gli inquirenti, secondo i quali potrebbero essere stratagemmi per navigare e contattare in massima sicurezza personaggi pericolosi e fare proselitismo via web. Breshra però si difende. «Non ha mai parlato con me dell’arruolamento, è venuto qui per una visita e a fare la preghiera. Mi sembra sia venuto solo una volta, perché aveva un lavoro a Genova. L’ultima volta che l’ho visto era il dicembre del 2015. Non conosco questo ragazzo ripeto con me non ha parlato di certe cose e io non posso essere responsabile di tutti quelli che vengono a pregare”, dice.

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