Dopo Brexit, italiani (57%) e francesi (55) vogliono lasciare la Ue

4 Giu 2016 8:27 - di Redazione

Quasi ogni giorno scroscia dal mondo intero un diluvio di caveat agli inglesi che andranno a votare il 23 giugno: se sarà Brexit futuro torvo, catastrofi scontate per economia, finanza, moneta, commercio, lavoro. E corollario di csondazioni di instabilità a livello globale. Di Europa, la controparte del possibile divorzio in cantiere, si parla poco, ricorda “il Sole 24 Ore“.

Qualunque sarà l’esito di Brexit, l’Unione non sarà più la stessa

Si sussurra di un piano nel cassetto, ma si incrociano le dita sperando che il referendum celebri il grande flop del partito del no. «Non si può dire ad alta voce ma a questo punto, se uscisse, la Gran Bretagna farebbe all’Unione un favore maggiore che se restasse, perché i negoziati che seguirebbero sarebbero più facili e lineari e l’integrazione del continente o comunque dell’eurozona potrebbero finalmente fare un balzo in avanti», dice un diplomatico europeo. Di certo per ora , in realtà, c’è ben poco. Sicuro è solo il fatto che, qualunque sarà l’esito del referendum, l’Unione non sarà più la stessa. La Gran Bretagna, che ha regalato al mondo la Magna Charta, democrazia coriacea al contrario di quelle dei dirimpettai continentali, rappresenta per l’Europa prima di tutto un enorme patrimonio di cultura e di equilibrio. Supportato da economia e finaliza più dinamiche, potenza militare consolidata, industria della difesa di eccellenza tecnologica. Più che comprensibile, dunque, che l’Unione cerchi di non privarsi della diversità britannica che la rafforza e arricchisce di una dialettica intellettual-esistenziale che, in sua assenza, svanirebbe, schiacciata su una soffocante uniformità, sul piatto conformismo da pensiero unico che divora l’euro.

Cresce la voglia di uscire dall’Unione Europea

Per chi non fosse convinto, un recente sondaggio, condotto in 8 paesi Ue, 6.000 intervistati, dice che il 33% in media degli europei voterebbe per la propria Brexit: in testa italiani (57%) e francesi (55). Dove è il nucleo duro su cui costruire in democrazia? «L’idea europea è vuota perché partorita da intellettuali, il che spiega il suo genuino appello alla mente e il suo flebile appello al cuore», ripeteva il filosofo francese Raymond Aron.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *