“#ciaoneRenzi”, i dem si scatenano: parte in rete il “processo” a Matteo

20 Giu 2016 18:52 - di Mariano Folgori

Chi la fa se l’espetti. Chi oggi seprimenta  amaramente il significato di questo vecchio adagio popolare è proprio Renzi il beffardo. Il #ciaone twittato dal renziano Ernesto Carbone per il mancato quorum del referendum sulle trivelle, si ritorce contro il Pd e contro il suo leader. Su Twitter e sui social impazza l’hashtag #ciaoneRenzi per irridere l’esito negativo dei ballottaggi per i dem, specie in quelli di Roma e Torino. Un folto numero di “cinguettii” ironizza sul fatto che Renzi non abbia ancora scritto nulla su Twitter (“Renzi ha perso l’I-Phone?” scrive Antonio Senneca), mentre altri commenti ironici prendono di mira proprio Ernesto Carbone. Nel mirino finisce anche il ministro Boschi, e la recente affermazione sulla mancata erogazione dei fondi a Torino se Appendino non realizzerà i progetti che i quali erano pronti i finanziamenti del governo. L’affermazione di Fassino che, rivolto a Di Maio disse “provi a governare lei questo Paese”, viene definita da Francesca la “terza profezia di Fassino”, il quale viene anche definito “veggente” da Choosy “#CiaoneRenzi da me e da tutti gli insegnanti abilitati”, scrive Raffaelle Imarisio, e come lei altri professori infieriscono sul premier. “V’avemo alzato la Raggi in faccia!” scrive Valerio Coltella evocando una frase degli ultras della Lazio quando i biancazzurri vinsero la Coppa Italia contro la Roma. “Prossimo passo #NoalReferendum” scrive Marco Asciutto insieme a numerosi altri militanti M5s che guardano già al prossimo appuntamento. Antonio Bordin, guarda addirittura oltre: “E adesso vediamo un po’ come ci divertiamo con l’Italicum al secondo turno”.

Insomma, è cominciato sulla rete il processo a Renzi e alla sua politica. Al #ciaoneRenzi sul web fa comunque da spalla all’offensiva già scatenata dalla minoranza dem contro il segretario. “Chi dice che il risultato abbia solo valenza locale sottovaluta il messaggio forte degli italiani: riguarda il partito, Renzi e il Governo. Impossibile minimizzare”.: così tuona Roberto Speranza.  E Renzi che fa? È costretto ad ammettere la sconfitta.”Non è un voto di protesta ma di cambiamento non solo nei comuni in cui ha vinto M5S. Ha vinto chi ha interpretato meglio l’ansia di cambiamento”: così afferma Matteo dopo aver ricevuto a Palazzo Chigi lo chef stellato Massimo Bottura. Ma qualche altro “chef” comincia già a pensare come cucinarsi il Matteo premier: #ciaoneRenzi” è già partito. E potrebbe diventare uno tsunami.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *