L’ipocrisia di Laura Boldrini: dice no all’utero in affitto, ma difende Vendola

2 Mar 2016 18:04 - di Valeria Gelsi
laura boldrini utero in affitto

Si dice in «disaccordo» con la maternità surrogata, ma si indigna se su Nichi Vendola e il suo compagno Ed Testa piovono critiche per essersi procurati un bimbo con l’utero in affitto. Laura Boldrini difende a spada tratta il leader di Sel e contro chi ha sollevato polemiche nei suoi confronti usa toni assai più accesi di quelli riservati alla pratica di comprare un bambino, sfruttando una donna povera o in difficoltà economiche.

Vietato criticare la decisione di Vendola

«Auguri ancora a Nichi e Ed impegnati, come tutti i genitori, a dare cura e amore al loro figlio, che spero di conoscere e stringere presto in un abbraccio», ha detto la presidente della Camera, aggiungendo di essere «molto contenta per l’arrivo del piccolo Antonio Tobia» e che «la nascita di un bimbo è sempre un evento felice e da accogliere con gioia». «Dispiace, invece – ha affermato Boldrini – ascoltare volgari attacchi rispetto alla loro decisione». Dunque, vietato criticare il modo in cui quel bambino è venuto al mondo e quella «decisione» che è stata presa a dispetto di qualsiasi implicazione.

L’ipocrisia di Laura Boldrini sull’utero in affitto

Boldrini ha proseguito il suo messaggio riconoscendo che «il tema è certamente complesso». «Personalmente – ha aggiunto – come ho già detto, ho delle riserve nel caso in cui la maternità surrogata coinvolga donne indigenti che portano avanti una gravidanza dietro il pagamento di una somma di denaro. In circostanze differenti, quando si tratta di una scelta libera e consapevole, non dettata dal bisogno, anche le valutazioni sono di natura diversa». Nel caso di Vendola (come in tutti gli altri di uomini ricchi che hanno comprato un figlio con la maternità surrogata di cui si abbia notizia), però, tutto fa pensare che il piccolo Tobia non sia stato affatto fabbricato per lo slancio di generosità di una donna nei confronti di due perfetti sconosciuti. E fingere di non capirlo o ignorarlo volutamente è una forma di ipocrisia e di offesa verso le donne – e le donne più povere e fragili in particolare – che per lo meno fa il paio con «i volgari attacchi» allo stesso Vendola.

Era meglio tacere

Boldrini, che tante volte si è voluta fare paladina della difesa del “corpo delle donne” contro lo sfruttamento, se proprio non se la sentiva di dire che la maternità surrogata è una pratica più che deprecabile, allora, almeno, avrebbe fatto bene a tacere.

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