Mattarella, esordio apprezzato. Meloni: sui migranti ha parlato chiaro

1 Gen 2016 9:05 - di Antonio Pannullo

 

Niente politichese per la “prima” di Sergio Mattarella a reti unificate che sorprende tutti mostrando una spinta ambientalista che le forze politiche sembrano aver perso da tempo. Il presidente della Repubblica ha scelto di pronunciare il suo messaggio di fine anno rivolgendosi agli italiani dal salotto del suo appartamento al Quirinale. E subito sgombra il campo da eventuali equivoci: “Stasera dedicherò questi minuti con voi alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno”, premette seduto in poltrona con alle spalle un presepe napoletano. E parte subito duro, dalle difficoltà che rimangono in un Paese che eppur si muove. Per prima l’inaccettabile disoccupazione che affligge soprattutto il Mezzogiorno: “Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani”, scandisce agli italiani riuniti per brindare a un nuovo anno ancora troppo gravido di incognite. In un mix bilanciato di realismo e carica energizzante il capo dello Stato non nasconde che “la condizione economica dell’Italia va migliorando e che le prospettive per il 2016 appaiono favorevoli”. Il Presidente ha parlato per circa venti minuti, e subito dopo sono arrivati puntuali i commenti di tutto il mondo politico. Tra i primi c’è stato quello del “distruttore” Grillo, secondo il quale il “presidente della Repubblica è’ un ologramma dell’ologramma”. Così Beppe Grillo nel suo contro-messaggio di fine anno dove prende di mira anche esponenti politici. “Vi sembra possibile che esiste gente come Gasparri. Vi sembra normale che Salvini sia un leader e Brunetta un esponente del parlamento italiano. Sono – dice – ologrammi venuti male”. Questo messaggio carico di insulti per la verità è stato l’unico di segno negativo. I politici hanno invece apprezzato la franchezza del Presidente, seppur con diversi e legittimi distinguo. Il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha detto che “dal Presidente della Repubblica Mattarella sono arrivate parole chiare sull’immigrazione. Parlando di rimpatri per chi non ha diritto all’asilo politico il Capo dello Stato smentisce tanta parte della propaganda buonista. Ci sarebbe piaciuto un passaggio deciso sui nostri due Marò, ma evidentemente si continua a non considerarli una questione di dignità nazionale”, ha scritto su facebook Giorgia Meloni.

Gasparri: “Da Mattarella un discorso forte, malgrado un governo di dilettanti”

Il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia ritiene che sia giunto da”Mattarella un giusto invito a credere tutti di più nella forza e nella storia dell’Italia, ma un ottimismo sull’economia che non trova conferma nei fatti. Si sottovaluta l’eccesso di tasse che alimenta deprecabili evasioni. Parlando di Sud si evidenzia di fatto la totale latitanza del governo di Renzi in materia. Sull’immigrazione bene parlare di rimpatrio di chi non ha diritto all’asilo. Ma il governo trasporta chiunque e non caccia nessuno. Bisogna capire che tanti italiani vogliono lavoro e non possiamo aprire le porte a tutti. Dal Presidente un messaggio con molti spunti e anche un richiamo a un governo latitante per tutela dell’ambiente. L’Italia comunque ce la farà. Su questo concordiamo. Nonostante un governo di dilettanti”, ha concluso Gasparri. Commento positivo anche dal leader della Lega Matteo Salvini: “Persino Mattarella sull’immigrazione dà ragione alla Lega. Bisogna espellere le centinaia di migliaia di clandestini che non scappano dalla guerra ma che Renzi e Alfano continuano ad ospitare negli alberghi”. “Ci dispiace, invece, che il presidente della Repubblica, come i suoi predecessori che hanno svenduto l’Italia all’Europa delle banche, continui ad affidarsi a Bruxelles che affama la nostra gente. Auguri presidente – conclude Salvini – anche se non possono essere tali fino in fondo perché non le perdonerò mai di aver difeso una legge infame come la legge Fornero che ha creato disoccupazione e disperazione”. Per il capogruppo di FI alla Camera Renato Brunetta, è stato un “discorso descrittivo e di buon senso, quello del presidente della Repubblica, che però non ha affrontato i veri problemi e i veri nodi irrisolti dell’Italia. Siamo usciti dalla recessione ma non dalla crisi. Per tornare ai livelli ante 2008, a questi ritmi di crescita, ci vorranno almeno 10 anni. E non c’è da rallegrarsi. Le cosiddette riforme fatte da Matteo Renzi non sono servite a niente, e difatti Mattarella non le ha neanche citate”, continua Brunetta, che sottolinea: “Se non ci fosse stata la svalutazione dell’euro, la diminuzione del prezzo del petrolio e la liquidità della Banca centrale europea la crescita in Italia sarebbe stata ancora con il segno meno. Non una parola, infine, sulla tragica e amara vicenda dei nostri due Maró, ancora dolorosamente aperta dopo quasi 4 anni. Girone e Latorre sono stati dimenticati anche l’ultimo giorno del 2015″, conclude.

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