Isis, Alfano ora fa il prudente: «Italia a rischio, parlo io agli islamici»

16 Gen 2016 9:02 - di Robert Perdicchi

Angelino Alfano sveste per un attimo i panni del ministro dell’Interno “Rambo” per indossare quelli di scrittore e saggista cauto e prudente, esperto di terrorismo islamista. E così, nella cornice del teatro Bibiena a Mantova, presenta il suo ultimo libro “Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore” edito da Mondadori, lanciando messaggi contraddittori rispetto al passato. Un excursus sul terrorismo dell’Isis, nato all’indomani della strage di Charlie Hebdo, da cui è partito per ringraziare le forze dell’ordine “se ancora noi in Italia non siamo stati colpiti. Questo è avvenuto in seguito agli oltre 76 mila controlli di persone sospettabili di terrorismo, alle perquisizioni di 11mila veicoli e di 200 navi di questi mesi. Da fine 2014 ho anche espulso 70 persone per motivi di sicurezza dello Stato. Persone che non avevano fatto nulla per essere arrestate, ma i cui comportamenti per noi sono stati sufficienti perché non potessero più stare in Italia”. Per il ministro, però, “il rischio zero non esiste e tutto il nostro sforzo è teso a diminuire il coefficiente di rischio”. Serve, però, una maggiore condivisione di informazione tra gli Stati perché “la sfida è globale e la risposta non può essere locale. Nessun paese può tenere per sé le informazioni sui terroristi, deve condividerle con gli altri. Nel caso degli attentati di Parigi è mancato il flusso di informazioni efficienti da uno Stato all’altro”. Sollecitato dal presidente di Eni Emma Marcegaglia, dal vescovo di Mantova Roberto Busti, dal deputato del Pd Matteo Colaninno, organizzatore della serata, dal deputato di Ncd nonché vicepresidente dell’assemblea parlamentare della Nato Paolo Alli e dal direttore della Gazzetta di Mantova Paolo Boldrini, il ministro Alfano ha insistito sul ruolo dell’Europa nella lotta al terrorismo: «La sua grande responsabilità – ha detto – è stata quella di non aver avuto il coraggio di proclamare la sua storia giudaico-cristiana nella sua Costituzione. Un elemento che ci ha reso più deboli nei confronti del terrorismo dell’Isis». Alfano poi annuncia che la prossima settimana incontrerà i rappresentanti delle comunità islamiche italiane “per chiedere ancora una volta a loro di schierarsi con le forze dell’ordine e per ribadire che in Italia ci sono leggi e una Costituzione che proteggono anche loro”.

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