Siccità, la Coldiretti lancia l’allarme: i laghi italiani svuotati per i trequarti

28 Dic 2015 13:13 - di Redazione

Non solo smog nelle città è allarme anche per la disponibilità di acqua poiché per la mancanza di pioggia i grandi laghi sono svuotati fino ai trequarti, su livelli addirittura peggiori dei mesi estivi, con la percentuale di riempimento che va da appena il 27,5% per il lago Maggiore al 35,2% per il lago di Garda, fino al 45% per quello di Iseo. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione dei grandi laghi. Una situazione di difficoltà confermata dal livello del fiume Po che a si trova al di sotto di tre metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «A causare la siccità nelle campagne e lo smog nelle città in Italia è stato – sottolinea la Coldiretti – un mese di dicembre senza vento in cui è caduto il 95% di acqua in meno rispetto alla media del periodo dopo un mese di novembre con piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord».

Coldiretti lancia l’allarme siccità

Una situazione che, sottolinea la Coldiretti, sta provocando una preoccupazione diffusa anche in campagna per la siccità a causa dello stato dei principali bacini idrici e dei terreni anche perché sta mancando la neve che rappresenta una importante scorta per le riserve idriche. «Dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto fino in Friuli le campagne sono in allarme e si teme possano ripetersi i drammi del 2003, 2007, 2012 che sono stati catastrofici per la siccità in agricoltura». Per il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo «siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi». Ad aggravare il problema, aggiunge Coldiretti, è anche il caldo anomalo: «Per il mancato abbassamento delle temperature nelle campagne il grano – conclude – è più alto del normale e si teme per i raccolti mentre le gemme delle piante sono rigonfiate come in prefioritura e se dovesse verificarsi adesso un forte ed improvviso abbassamento della temperatura si avrebbe una seria compromissione dei raccolti».

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