Raid britannici in Siria, l’Isis minaccia: «Dopo Parigi, colpiremo Londra»

3 Dic 2015 19:48 - di Redazione

La Gran Bretagna, da ora  coinvolta direttamente nei raid aerei in Siria, è entrata ufficialmente nel mirino dell’Organizzazione dello Stato islamico (Isis), che tramite i suoi account su Internet ha inondato la Rete di minacce di attacchi contro obiettivi britannici e sul suolo d’Oltremanica. “Non prendetevela con l’Islam quando vi colpiremo”, si legge sugli scarni comunicati fatti circolare sul web. “Londra dopo Parigi”, è uno degli slogan più ripetuti dai profili che esibiscono le insegne dell’Isis. Dal canto suo, il ministero della difesa di Londra ha diffuso il primo bollettino militare con l’esito dei raid aerei in Siria, cominciati nella notte tramite jet di stanza nella base della Raf a Cipro, a largo delle coste siriane.

La Gran Bretagna partecipa già da un anno ai raid anti-Isis in Iraq. Secondo il comunicato del ministero della difesa, sono stati già colpiti sei obiettivi nell’est siriano al confine con l’Iraq, nei pressi del principale campo petrolifero della zona – quello di Omar – che secondo Londra fornisce il 10% del potenziale profitto petrolifero dell’Isis. Il premier David Cameron aveva messo le mani avanti nella mattinata di giovedì, affermando che l’operazione in Siria richiede “pazienza”. “Quel che chiediamo ai nostri piloti è complesso e difficile”, aveva aggiunto il premier, assicurando che gli alleati di Londra saranno al fianco della Gran Bretagna. Il presidente francese François Hollande ha infatti plaudito subito ai primi raid britannici  affermando che, in attesa che il Bundestag confermi la decisione del governo di Berlino, da Londra è arrivata “una nuova risposta all’appello alla solidarietà degli europei” lanciato dopo gli attacchi di Parigi. La Russia, che da due mesi bombarda in Siria a sostegno del regime del presidente Bashar al Assad e dell’offensiva di terra iraniana, ha ribadito il suo “benvenuto a qualsiasi azione volta alla lotta contro il terrorismo, a combattere l’Isis”. Ma Dmitri Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, ha rinnovato l’invito a creare una “coalizione unica” che combatta il “terrorismo” in Siria.

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