Banche: così Fratelli d’Italia si oppose al bail-in in difesa dei risparmiatori

12 Dic 2015 13:28 - di Redazione

È vero: in questi giorni sullo scandalo delle banche sono in molti a lanciare accuse pesanti ma poi, se si va a vedere, si scopre che i loro partiti avevano votato i provvedimenti per salvare gli istituti di credito ai danni dei risparmiatori. Nella galassia grillina e dintorni non ci si rassegna e si continua ad indicare anche Fratelli d’Italia tra le forze politiche responsabili di aver votato a favore dell’ormai famigerato “bail-in”, il meccanismo di salvataggio delle banche che penalizza obbligazionisti e correntisti sopra i centomila euro, i cui principi hanno ispirato il decreto salva-banche varato dal governo Renzi. E invece non soltanto a luglio il partito di Giorgia Meloni alla Camera ha votato contro la legge di delegazione europea che recepiva la direttiva sul bail-in, con tanto di pubbliche dichiarazioni della leader di FdI, ma anche al Parlamento Europeo è successa la stessa cosa. Era il 15 aprile 2014 ed era l’ultima sessione plenaria prima delle elezioni europee di fine maggio. Ebbene, basta spulciare i verbali delle votazioni sulle risoluzioni Hökmark (bail-in) e Ferreira (Single Resolution Mechanism) per scorgere tra i contrari il nome di Carlo Fidanza (allora Capodelegazione di FdI-AN) e di Magdi Cristiano Allam (che aveva già annunciato la sua adesione al partito). L’unico altro membro della delegazione di FdI, Marco Scurria, non partecipò al voto. “Ricordo bene quel giorno – spiega Fidanza, rivendicando con orgoglio quel voto – anche perché si approvava pure un’importante direttiva sui carburanti alternativi nei trasporti di cui ero relatore. Avevamo da pochi giorni celebrato il congresso di Fiuggi e annunciato l’uscita di Fratelli d’Italia dal Ppe: ci parlammo tra colleghi e decidemmo di votare contro quello che si prospettava come un’applicazione su vasta scala e istituzionalizzata del “modello Cipro” attuato soltanto pochi mesi prima, con ingentissime perdite per i risparmiatori. Fummo tra i pochissimi eurodeputati italiani a votare contro e oggi possiamo dire di non avere sulla coscienza questo scempio, che il governo Renzi ha scelto sciaguratamente di inaugurare con il dl salva-banche”.

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