Il piano di Putin per pacificare la Siria: una nuova Costituzione ed elezioni

11 Nov 2015 18:11 - di Domenico Labra

Eccolo il piano di Vladimir Putin per la Siria. Un documento che prevede diciotto mesi per mettere a punto una nuova Costituzione e poi le elezioni presidenziali anticipate. Questo il piano di pace russo per la Siria, redatto in otto punti che circola in queste ore all’Onu. Il testo non specifica il ruolo del presidente Bashar al Assad, ma afferma che il presidente della Siria non presiederà la commissione costituzionale. Secondo gli uomini di Putin la bozza di Costituzione dovra’ essere approvata dal popolo siriano tramite un referendum.

Per una pace stabile in Siria

Il documento russo, circolato al Palazzo di Vetro alla vigilia dell’incontro che si terra’ sabato a Vienna, “chiede all’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Staffan de Mistura, di avviare un processo politico tra il governo siriano e una delegazione unitaria dei gruppi di opposizione”, sulla base del comunicato di Ginevra del 2012. La composizione della delegazione dell’opposizione “deve essere concordata in anticipo” – si spiega – per condividere alcuni obiettivi: “Impedire ai terroristi di arrivare al potere; garantire la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza della Siria, il carattere laico e democratico dello Stato”. Secondo Putin il governo e l’opposizione dovranno poi concordare una serie di passaggi: “Avviare un processo di riforma costituzionale che duri non oltre 18 mesi, formare una commissione che abbracci l’intera società siriana, sottoporre il progetto di costituzione a referendum popolare, e dopo la sua approvazione indire elezioni presidenziali anticipate”. Le “elezioni parlamentari previste per la primavera del 2016, invece, verranno rinviate e si terranno in contemporanea con le presidenziali sulla base della nuova costituzione”. Il piano russo, dal titolo ‘Approccio alla soluzione della crisi siriana’, chiede poi al Consiglio di Sicurezza Onu di definire l’Isis come “un’organizzazione terroristica” e di trovare l’accordo su un elenco dei gruppi terroristici. I russi propongono infine di creare un “gruppo di sostegno” alla Siria che comprenda molti dei membri che stanno prendendo parte ai colloqui di Vienna, compreso l’Iran e anche l’Italia. Gli altri Paesi sono Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Giordania, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Libano, Germania. Del gruppo devono far parte anche l’inviato speciale delle Nazioni Unite, la Lega Araba, l’Organizzazione della cooperazione islamica e l’ Unione Europea.

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