I poliziotti in rivolta: «Lo Stato italiano fa da scafista, non ne possiamo più»

2 Set 2015 13:09 - di Liliana Giobbi

«Anziché rimpatriare i clandestini, lo Stato italiano preferisce fare da scafista tenendo migliaia di immigrati, per mesi e mesi, al costo di 35 euro al giorno ciascuno: una sorta di tassametro che viene fatto partire dall’arrivo dell’immigrato e si cerca di fermare quanto più tardi possibile». È quanto denunciano i poliziotti del Coisp, per bocca del segretario generale Franco Maccari. «Bisogna porre fine allo schifoso business dell’accoglienza, che serve a riempire le tasche di chi utilizza gli immigrati per fare soldi facili, a spese però di quei cittadini che se li ritrovano in casa e delle forze dell’ordine che sono costrette a fronteggiare la loro rabbia e la loro disperazione, venendo spesso aggrediti e feriti, come è avvenuto pochi giorni fa a Palermo».

I poliziotti: basta con la politica buonista, ha fallito

La rabbia dei poliziotti cresce. «Ora che centinaia di migliaia di immigrati si riversano nel nostro paese – aggiunge il leader del sindacato di polizia – bisogna fare in modo che tutte le procedure, dalla identificazione ai rimpatri, siano rapide ed efficienti. Oppure, come ha sostenuto l’autorevole politologo Luttwak, occorre attuare una politica di respingimenti in mare che non metta a rischio le vite dei profughi, per non fare sopraffare l’Europa da quell’Islam che rischia di distruggerla come avvenne all’Impero Romano con le invasioni barbariche. Non è più tollerabile che solo per divorare milioni di euro di rimborsi per l’accoglienza, gli immigrati vengano tenuti per mesi nelle nostre città, magari occupando alberghi e strutture ricettive, danneggiando l’economia, ma soprattutto mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini».

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