Un clown, Pinocchio, Dracula: il web non perdona Renzi, il re dei complotti

1 Set 2015 9:16 - di Girolamo Fragalà

Che Renzi le spari grosso è un dato di fatto. Non a caso è diventato rapidamente il maggior bersaglio del web, rappresentato ora nei panni di un clown, ora nei panni di Pinocchio, ora nei panni di Dracula. Ma il suo tentativo, quasi infantile, di riscrivere la storia degli ultimi vent’anni l’ha fatto scivolare nel ridicolo perché ha nascosto i fattori fondamentali, quei colpi di stato istituzionali che hanno cancellato la volontà popolare, consegnato il Paese nelle mani dei banchieri e della Merkel per poi ritornare alla normalizzazione della sinistra, che ha ripreso nelle mani il potere con tutte le conseguenze che ne sono derivate. L’incapacità totale di gestire il fenomeno dell’immigrazione selvaggia è stata la ciliegina sulla torta, l’elemento che ha fatto precipitare l’Italia nel dramma. Ed è per questo che il premier è stato oggetto di una specie di referendum sul web, descrivete Renzi in tre parole, che ha dato il via a una serie infinita di sfottò amari e spesso di insulti.

 Da clown a Dracula, il passo è stato veloce

Il 2011 è stato l’anno cruciale, ma questo lo sanno tutti (tranne Renzi che finge di non ricordarlo). Gli anni successivi sono stati una rincorsa – sempre caratterizzata dalle forzature – per regalare il governo a un uomo che apparentemente dava l’idea del nuovo e che invece si è dimostrato il contrario. «Balle», afferma Renato Brunetta. «Renzi è la continuazione e in un certo senso il pessimo coronamento del progredire del fiume nero della non-democrazia in Italia. La narrazione di Renzi è al solito una storyballing basata sullo stravolgimento ideologico, a cui si deve rispondere con la realtà. Questi vent’anni, e la guerra continua, sono stati una lotta per la libertà intrapresa a partire dal gennaio 1994, data della discesa in campo di Berlusconi, contro cui la sinistra, in fusione perfetta con magistratura politicizzata e kombinat finanziario ed editoriale, ha opposto la tecnica ostinata e ripetuta del golpismo. Dal 2011, con quello che il ministro del Tesoro di Obama, Tim Geithner, ha chiamato il complotto (the scheme), si è entrati in uno stato di colpo di Stato permanente. Per cui dal novembre 2011 in Italia non abbiamo un capo di governo votato dal popolo. Se non altro Enrico Letta, il povero premier di mezzo del trio successivo al 2011, era stato eletto almeno come vice di Bersani, il non-vincitore delle elezioni, peraltro truccate del 2013. Ma Renzi ha introdotto una innovazione: ha aggiunto al colpo di Stato permanente il suo personale golpe di Palazzo».

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