L’Isis usa “polli kamikaze”? Spuntano foto di pennuti con cinture esplosive

21 Lug 2015 16:19 - di Laura Ferrari

I video circolano sul web, anche se sulla loro autenticità e provenienza nessuno può giurare. Ma il tabloid britannico Daily Mail – coprendosi dietro un punto interrogativo – non ha rinunciato al titolo più trash del momento, sui “polli suicidi” che i jihadisti dell’Isis starebbero sperimentando in Iraq. In effetti si tratterebbe di polli esplosivi più che di kamikaze, ovviamente. Le immagini – trovate dal tabloid su diversi siti, sia simpatizzanti dell’Isis sia ostili – mostrano alcune povere bestie bardate con aggeggi che assomigliano, in piccolo, alla “classiche” cinture esplosive usate ripetutamente in giro per il mondo dai terroristi suicidi. Stando al tam tam del web, sarebbero state riprese a Falluja, turbolenta roccaforte islamico-radicale irachena. Il commento del Mail è affidato a un presunto volontario britannico arruolato con le forze curde che combattono contro lo Stato Islamico. «L’Isis – afferma questa fonte, beninteso anonima – e’ pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo per portare morte e distruzione. Usare animali ha un impatto militare limitato, ma e’ un altro esempio di come le menti deviate dei jihadisti si divertano a immaginare i modi più bizzarri per ammazzare la gente».

L’Isis ha usato armi chimiche in almeno 3 occasioni

Quello che invece è certo e che l’Isis sta evolvendo le sue tecniche di combattimento. Di recente, ha usato armi chimiche contro le forze e i civili curdi in Siria e Iraq, in almeno tre occasioni diverse. Lo ha rilevato una indagine condotta sul campo da due organizzazioni indipendenti basate in Gran Bretagna – la Conflict Armament Research (Car) e la Sahan Research – secondo cui due attacchi hanno avuto luogo il mese scorso nella provincia settentrionale siriana di Hasakah e il terzo nei pressi della diga irachena di Mosul. «Si tratta del primo uso documentato di proiettili con agenti chimici contro i civili e le forze curde» da parte dell’Isis, afferma la Car. Alcuni investigatori della Car sono stati nei pressi di Mosul una settimana dopo l’attacco, e una volta giunti nei pressi del proiettile di mortaio, che non è esploso, hanno manifestato nausea e mal di testa. Si tratta di sintomi compatibili con l’esposizione ad agenti chimici come il cloro, ha affermato il direttore della Car, James Bevan, citato dalla Cnn.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *