Altero Matteoli: «Quando ammainammo la bandiera del Msi piansi…»

27 Gen 2015 8:15 - di Antonella Ambrosioni

«Quanto l’abbiamo voluta…». La nascita di An ce l’ha cucita sul cuore Altero Matteoli, che nel 1994 ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Ambiente del primo governo Berlusconi e da allora ha sempre fatto parte delle squadre di governo di centrodestra che si sono succedute, dal 2001 al 2006 sempre all’Ambiente, e dal 2008 al 2011 al ministero delle Infrastrutture.

Altero Matteoli, a vent’anni dalla sua nascita, cosa ha rappresentato Alleanza Nazionale per lei?

È stata una svolta nella politica italiana. Anche se bisogna ricordare che la destra e i suoi uomini non sono andati al governo perché era nata Alleanza nazionale. Noi al governo eravamo già andati come Msi nella primavera del 2004. A gennaio ’95 è nata An e lì ci fu la svolta di cui parlavo. Mettemmo a disposizione della governabilità del Paese una forza importante, poi arrivata fino al 15%, che fu protagonista fino al 2008, quando decidemmo di dar vita al partito unico. Dunque, siamo riusciti a traghettare quei valori di riferimento che fanno parte del nostro patrimonio anche all’interno del governo.

Rammarichi?

Purtroppo non abbiamo gestito bene questo successo. L’intuizione di An era e resta valida, ma la diaspora successiva che si è verificata nel mondo della destra deriva proprio da questa mancata gestione. Quando conseguimmo il 15% dei consensi forse in quel momento sbagliammo pensando di poter andare oltre. Dovevamo considerare probabilmente che in Italia un partito marcatamente di destra difficilmente poteva suerare quella soglia. Il rammarico è non aver dato la priorità al consolidamento del successo elettorale ottenuto. Oggi dopo la diaspora i nuovi partiti di destra che sono nati non hanno avuto molta rilevanza politica. Però quei valori di destra esistono e sono presenti nel blocco sociale. Dobbiamo cercare di di riorganizzarli e coniugarli anche in sede di governo per dare un’alternanza politica allla nostra politica.

Tornando con cuore e la mente a Fiuggi cosa le torna in mente?

Le lacrime e l’entusiasmo. Consideri che noi l’abbiamo voluta An, ci lavorammo con passione. Ma una volta a Fiuggi l’emozione prese il sopravvento. Quando ammainammo la bandiera del Msi ed alzammo quella di An, tutti noi piangemmo. Contemporaneamente c’era anche l’entusiasmo per il tragurado raggiunto e per l’inizio di una nuova avventura politica.

Di cosa va fiero?

Sono stato l’unico che ha sempre avuto incarichi di rilievo all’interno di tutti i governi di centrodestra. Di questo sono naturalmente orgoglioso. Al mio attivo posso citare la Legge quadro sull’ambiente che non esisteva prima e che, malgrado i ministri successivi abbiano tentato di demolirla, è, in sostanza, in vigore. Per la prima volta il tema della salvaguardia ambientale non fu più vista come un vincolo, ma come un’opportunità. Quando fui ministro delle Infrastrutture, realizzammo alcune opere rimaste in sospeso da tempo, come il passante di Mestre e l’apertura di molti tratti della Salerno-Reggio Calabria.

 

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