Mps, Renzi vuole salvare la banca “rossa” con i soldi pubblici

28 Ott 2014 10:02 - di Luca Maurelli

Sia chiaro, niente aiuti di Stato, aveva annunciato al Sole24Ore Fabrizio Viola solo un giorno fa. Ma la notte porta consiglio, Consiglio dei ministri, è il caso di dire, nella figura del presidente Renzi e del titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan. Stranamente silente in questi giorni di terremoto nella banca senese, il premier è già stato allertato e al Mef avrebbero già dato il proprio assenso per dare ossigeno alle casse asfittiche dell’istituto tanto caro alla sinistra italiana. Una banca in ginocchio, dopo la bocciatura europea per gli “stress test”, ma che continua a godere di ottime referenze politiche.

Un aiutino che arriva da lontano, dai tempi di Monti…

L’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena in quell’intervista di ieri al Sole aveva dimenticato di approfondire un punto: la banca senese ha in pancia ancora un miliardo di Monti-bond, quelli che l’ex premier aveva fatto sottoscrivere al Tesoro (tra mille polemiche, sollevate in primis da Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia) per salvare l’istituto senese uscito a pezzi dall’inchiesta sulla scalata di Antonveneta solo tre anni fa. E a quanto pare il governo sarebbe pronto a dilazionare il rimborso di quel “prestito”per evitare che i soci di Mps debbano rimettere mano all’ennesimo aumento di capitale. Tutto qui. Ma non sono aiutini, no…

Il “prestito” di Stato dai contorni opachi

Ma cosa sono i Monti-bond? Uno strumento “opaco”, lo definiva un anno fa il più autorevole sito di economisti italiani, la voce.info, ma che consentì al Mps di uscire da un tunnel giudiziario e contabile nel quale si era infilato dopo una gestione a dir poco spensierata. La banca senese, da decenni controllata dal Comune di Siena, tradizionalmente di centrosinistra, e dalla nomenklatura del Pd che ne indicava manager e obiettivi, dopo essere stata travolta dagli stress test e esser stata protagonista ieri di un clamoroso scivolone in Borsa, oggi tratta dunque con il Mef la dilazione del rimborso dell’ultima tranche dei Monti-bond (un miliardo di euro, su complessivi quattro) sottoscritti dal ministero, con due ipotesi: la proroga del rimborso o la conversione del credito di Stato in azioni. Ma non è “mano” pubblica questa?

Il titolo risale improvvisamente a Piazza Affari

La situazione è critica, non c’è dubbio. Ma qualcosa si muove. “Il nodo del Mps non à da poco – scrive oggi il Sole – se sciolto a proprio favore la banca si troverà con un deficit patrimoniale ridotto a 35 miliardi..”. Altrimenti, “sullo sfondo c’è l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale, anche se si farà di tutto per evitarlo, visto che sarebbe il quarto dal 2008”. Intanto questa mattina, per puro caso, il titolo del Monte Paschi, che ieri era stato sospeso dopo un ribasso del 20%, ha fatto segnare una avvio sprint con un netto rialzo. Forse i broker hanno letto i giornali.

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