I fanatici dell’ideologia gender puntano sugli asili: lì va spiegato che la mamma può fare anche il papà…

11 Ott 2014 19:16 - di Anna Clemente

Le illustrazioni sono accurate e delicate, il linguaggio è rassicurante. Sono prodotti raffinati quelli dell’Editrice Lo Stampatello. Ma ancora più raffinato è il disegno che c’è dietro: la diffusione dell’ideologia gender tra i bambini, affrancandola dal rischio di finire impelagata in polemiche sugli aspetti formali. Qualcosa di molto più evoluto della marchiana operazione Sei come sei, la lettura in una classe di ginnasio del Liceo Giulio Cesare di Roma del libro di Melania Mazzucco, in cui era descritta con dovizia di particolari una scena di sesso orale omosessuale. In quel caso, le polemiche furono inevitabili, ma fu comunque facile far virare il dibattito sull’opportunità di divulgare contenuti al limite della pornografia tra quattordici-quindicenni. Fatto questo fu ancora più facile liquidare le critiche con accuse di bigottismo nei confronti di chi si diceva indignato. Fu facile, insomma, deviare l’attenzione dal vero nocciolo della questione ovvero il tentativo di propagandare un’ideologia radicale che nega qualsiasi possibilità di confronto e dissenso, bollandola con il marchio infamante dell’omofobia.

Con Lo Stampatello si punta a superare del tutto questo tipo di polemiche e a “normalizzare” l’ideologia gender (che nega la differenza tra i sessi a vantaggio di un’idea tutta astratta del sesso indistinto) e pratiche che sottendono l’idea che la vita possa essere “prodotta” a proprio piacimento e magari a proprio gusto (come l’utero in affitto). Si punta dunque a dire che non c’è proprio niente di cui dibattere, perché «la famiglia può nascere in mille modi». Come? Lo spiega, per esempio, il libro Benvenuti in famiglia, a quanto si capisce una hit della casa editrice. «Alcune volte i bambini non riescono a crescere nella pancia della mamma. In certi Paesi una donna può aiutarla portando nella pancia il bambino per lei. Si chiama portatrice», è spiegato accanto a una illustrazione molto garbata di una bimba che parla con una donna con pancione. Più sotto, accanto a due uomini con un bimbo in braccio, si legge che «anche chi ha due papà a volte è nato in questo modo: con l’aiuto di una portatrice e del dono di una cellula femminile».

È un approccio che punta ad annichilire i dubbi e le riflessioni, che punta a far apparire tutto come scontato, tutto “naturale” e quindi a smantellare l’idea che esistano da un lato una famiglia naturale e dall’altro famiglie costruite in cliniche, laboratori e circoli più o meno intellettuali. Questo tipo di libri ancora non sembra essere arrivato nelle scuole materne ed elementari, cui si rivolge. Ma è già in cammino, a un punto della strada abbastanza avanzato. A Milano un incontro promosso dalle famiglie Arcobaleno e sponsorizzato dalla Stampatello ha ottenuto il patrocinio del Comune. Sul volantino si legge che «i genitori omosessuali invitano insegnanti ed educatori a una giornata di confronto». Anche in questo caso all’apparenza è tutto molto rassicurante. Anche la risposta data a una seguace che chiede: «Ci saranno anche sentinelle in grembiulino?». «Se vengono sentinelle-insegnanti, gli organizzatori saranno felici di accoglierle e confrontarsi con loro, chiunque invece non sia del mestiere verrà gentilmente accompagnato alla porta. La natura dell’incontro non ha infatti natura né politica né ideologica». Si tratta di un tasso di consapevolezza e lucidità che non sempre si riscontra in chi si oppone alla dittatura del gender, ma che ora diventa un imperativo, pena la sconfitta senza appello in un passaggio culturale che rischia di essere epocale.

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