Mattoncino dopo mattoncino, la Lego batte Mattel e scalza dal trono la fascinosa Barbie

4 Set 2014 16:58 - di Guglielmo Federici

I colorati mattoncini della Lego scalzano dal trono l’avvenente Barbie e strappano a Mattel il titolo di maggior produttore al mondo di giocattoli. Lego che dieci anni fa era vicino a sparire è divenuto il marchio di giocattoli più potente al mondo. Il marchio danese cresce infatti a due cifre nella prima metà del 2014 grazie ai prodotti The Lego Movie lanciati col film dallo stesso titolo all’inizio dell’anno. Il fatturato dei mattoncini si porta a 11.504 milioni di corone danesi (+11% e +15% senza considerare l’impatto dei cambi) e l’utile netto a 2.715 milioni (da 2.381 milioni di corone danesi per la prima metà del 2013). «Le nostre entrate sono più che triplicate rispetto al primo semestre del 2008, appena 6 anni fa», commenta J›rgen Vig Knudstorp, numero uno di Lego Group. Le vendite di Barbie della Mattel hanno raggiunto 2,01 miliardi di dollari, sempre nel primo semestre dell’anno, segnando un calo del 7%.

Succede, insomma, che la bambola più fascinosa del mondo  tanto amata da generazioni di ragazzine, la “Reginetta del Ballo” del celebre gioco da tavolo, non fa più tanto sognare e da tempo per la verità le vendite erano in caduta libera. Eppure ci sono la Barbie tatuata, la tennista, la ballerina, la principessa, la giornalista. Bionde, brune o dai capelli colorati. Insomma, ne hanno fatte di tutti i tipi. Ma negli ultimi anni la concorrenza nel mondo delle bambole è diventata sempre più spietata. Oggi sono le bambole di American Girls ad andare per la maggiore. Barbie insomma è “croce e delizia” per Mattel, i cui destini sono legati indissolubilmente. Quanto agli inconfondibili e inimitabili mattonino colorati, questi  continuano ad accompagnare nella crescita milioni e milioni di ragazzini di tutto il mondo, con appassionati e collezionisti anche tra gli adulti. Pensate a David Beckham, che li usa per scacciar via l’ansia, o alla Coca-Cola e ad altre aziende multinazionali che li utilizzano in una metodologia di sviluppo organizzativo – chiamata Lego Serious Play – volta alla formazione dei loro manager per migliorare le performance aziendali e creare gioco di squadra. Grande traguardo, almeno per il momento, per la Lego, la cui avventura è iniziata per caso nel 1929 con Ole Kirk Christiansen, un falegname danese disoccupato che per far giocare i suoi quattro figli decise di iniziare a produrre dei mattoncini con gli scarti del legname. Nel 1932 fondò la sua azienda che dopo diverse trasformazioni economiche degli anni della guerra passò al figlio Godtfred (oggi al nipote Kjeld) che riuscì a farla diventare famosa a livello internazionale basandosi su semplici principi. Tanto di cappello. Quei mattoncini sono amati perché non annoiano mai e perché è sempre in essi vivo quell’invito ad essere creativi, a realizzare ciò che più piace in base alle proprie capacità, rispettando appieno il significato che hanno in danese le due parole Leg-Godt (da cui poi Lego), che tradotto in italiano significano gioca bene.

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