«La Russia vuole le terre perse nel XIX secolo…» Lezione di ignoranza da Obama e dal suo staff

5 Set 2014 17:30 - di Mario Aldo Stilton

Alla fine la crisi ucraina è riuscita a regalarci la certezza di avere a che fare non solo con una America prepotente, ma anche piuttosto ignorante. Ignorante nel senso proprio della parola: che ignora, che non conosce. Non conosce la Storia. E parla perciò a vanvera. Già perché il buon Obama, l’uomo nuovo, l’uomo della speranza e del futuro ha toppato di brutto. Parlando del coinvolgimento della Russia nella crisi ucraina il presidente Usa ha infatti sostenuto lo scorso 3 settembre in una dichiarazione dalla Casa Bianca che questa è la prova «del ritorno all’epoca degli zar, tentando di rivendicare terre perse nel XIX secolo…».  Castroneria epocale, alla quale i russi con ironia e sarcasmo hanno replicato spiegando che le uniche terre da loro perse nell’Ottocento furono l’Alaska ceduta per 7,2 milioni di dollari e l’insediamento di Fort Ross sulla costa californiana, venduto per 30mila dollari a un businessman statunitense. E che nessuno dei due possedimenti è oggi rivendicato da Mosca. Ora, mettendo pure da parte la facile citazione romana della storia maestra di vita eccetera eccetera, il fatto, proprio per via del protagonista, ha del clamoroso. E ancora più clamoroso anzi, assordante, è l’imbarazzo  con il quale, anche qui da noi, la questione è stata trattata. Già, perché il mitico presidente Usa, colui per il quale tutti i liberal, tutti i sinceri democratici, tutti i Veltroni d’Italia, a cominciare da Uolter in persona medesimo, hanno spasimato, si sono commossi e hanno infine brindato indossando con entusiasmo e sincera democratica partecipazione le magliettine e le felpe (con tanto di volto e scritta «Yes we can» o «Hope») generosamente donate dagli americani in quelle magiche notti elettorali d’oltreoceano, quest’uomo – dicevamo – tutto sogno, futuro e dinamismo semplicemente non ha studiato. Non ha studiato la Storia del mondo. Fatto assai riprovevole per chiunque, figurarsi per un presidente Usa. Che mica può sparare castronerie un tanto al chilo. Uno che inoltre,  siccome gliele preparano, è supportato da uno staff che merita il licenziamento in tronco. Roba da matti, se non si trattasse di chi ha in mano i destini del mondo.

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