Il grillino Di Battista insiste: «Il reporter decapitato? Colpa anche degli imperialisti americani…»

22 Ago 2014 15:33 - di Redazione

La violenza indecente, barbara, inaccettabile subita” da James Foley è “in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib”. Così in un post Alessandro Di Battista torna a parlare di Iraq legando, attraverso una serie di passaggi, la morte del reporter all’ “imperialismo” Usa. Dopo la gaffe sul “dialogo” da avviare con i terroristi, neanche le immagini della macabra esecuzione del reporter americano hanno indotto il grillino a più ragionevoli opinioni. «Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib. Le violenze commesse in quella prigione furono senz’altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest’ultimo anche figlio dell’indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano che ha portato milioni di persone a morire di fame. Si potrebbe continuare all’infinito ma serve a qualcosa?», scrive Di Battista nel post su Facebook in cui torna a parlare di Iraq dopo le polemiche dei giorni scorsi per un suo commento pubblicato sul blog di Beppe Grillo. Quindi, il vicepresidente della Commissioni Esteri della Camera conclude: «Armare porta alla guerra e, come scrisse Terzani, “non c’è mai stata una guerra che ha messo fine alle guerre. Questi giorni mi hanno insegnato due cose molto importanti. La prima è che non basta certo una strumentalizzazione becera a farmi smettere di impegnarmi a fondo in quello in cui credo. La seconda è che fare quel che si ritiene giusto al posto di quel che conviene ti fa vivere sostanzialmente male ma sostanzialmente ti fa sentire vivo». 

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