Cristiani perseguitati, il Papa scrive al presidente iracheno: «Difendete loro e le nostre chiese»

21 Ago 2014 13:48 - di Desiree Ragazzi

«Rinnovo il mio appello a tutti gli uomini e le donne che hanno responsabilità politiche perché usino tutti i mezzi per risolvere la crisi umanitaria». Papa Francesco ha inviato una lettera al presidente iracheno Fuad Masum sulle persecuzioni subite dai cristiani. «Mi rivolgo a lei con il cuore pieno di dolore mentre seguo la brutale sofferenza dei cristiani e di altre minoranze religiose costretti a lasciare le loro case, mentre i loro luoghi di culto sono distrutti», afferma il Papa. Il messaggio è stato consegnato dal suo inviato personale in Iraq, il cardinale Fernando Filoni, ex nunzio apostolico a Baghdad e reso noto oggi. «Ho chiesto al cardinale Filoni di venire in Iraq – si legge nel testo – per esprimere la mia preoccupazione, e quella dell’intera Chiesa cattolica, per la sofferenza di coloro il cui unico desiderio è di vivere in pace, in armonia e in libertà nella terra dei loro progenitori. In questi tragici momenti –aggiunge il Papa – chiedo a Sua Eccellenza di ricevere il cardinale Filoni come mio personale inviato, esprimendo la mia gratitudine per tutto quello che il popolo iracheno può fare per alleviare le sofferenze dei suoi fratelli e sorelle». Filoni nei giorni scorsi è stato ad Erbil per dare un sostegno morale e materiale ai cristiani perseguitati e alle altre minoranze. Il cardinale ha incontrato anche le autorità irachene a Baghdad e oggi è stato ricevuto da Papa Francesco. Solidarietà al patriarca di Babilonia, monsignor Louis Raphael Sako, e al presidente di Caritas Iraq, monsignor Shlemon Warduni, è stata espressa dal cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas internazionale e persona molto vicina al Papa: «Siamo accanto a voi, potete contare su di noi». «Con grande costernazione – scrive Maradiaga – abbiamo visto immagini di persone letteralmente spogliate di ogni cosa». I cristiani e le minoranze in Iraq sono vittime di «atrocità inaudite». Caritas internazionale si appella quindi allo Stato islamico perché «cessi di infliggere queste atrocità sui propri fratelli e sulle proprie sorelle». Infine Maradiaga assicura, a nome della Caritas, ogni sostegno per far fronte alla crisi umanitaria in corso.

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