Adozione alla coppia lesbica, centrodestra in rivolta: «Un golpe fatto attraverso una sentenza»

29 Ago 2014 16:47 - di

Pioggia di critiche dal centrodestra contro la sentenza del tribunale di Roma che riconosce l’adozione di una bambina a una coppia lesbica. «Ancora una volta la magistratura si sostituisce alla legge, emanando una sentenza ideologica e drammatica in tema di adozioni», dice Giorgia Meloni. «Oggi più che mai – osserva il presidente di Fratelli d’Italia – rinnoviamo agli italiani il nostro appello: venite a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare avviata dia Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale per precisare che l’adozione è possibile unicamente a coppie dello stesso sesso». E non ci si dica, prosegue, «che sarebbe una norma discriminatoria: tra il desiderio di una coppia omosessuale di vivere la genitorialità e il diritto di un bambino ad aver un padre e una madre uno Stato giusto tutela il secondo, cioè il diritto del più debole, di chi non può difendersi da solo. Per questo come FdI lavoriamo anche a una norma per introdurre i Costituzione questo principio. La magistratura con questa sentenza prova ad affermare il principio opposto, sfruttando di fatto un vulnus presente nella legge per assecondare il pensiero unico dominante e accontentare quella che si sta affermando come una delle più potenti lobby italiane e internazionali». Per l’azzurro Lucio Malan «la decisione del tribunale di Roma dare a una bambina due madri, sulla base di un “matrimonio” contratto all’estero dalle due donne, è un vero e proprio colpo di stato contro il potere legislativo del Parlamento e controlla Costituzione democratica. Al posto dei militari, come nei classici golpe sudamericani, ci sono oggi i magistrati ideologizzati che violano l’articolo 101 della Costituzione, secondo il quale i magistrati sono soggetti alla legge e non viceversa. Al posto dei carri armati, le sentenze pronunciate abusivamente in nome del popolo italiano, che invece di applicare le leggi ne fa di nuove, facendo a pezzi l’articolo 70 della Carta che assegna il potere legislativo a Camera e Senato, comunque nell’ambito della Costituzione, che prevede che il matrimonio è fra uomo e donna». In un colpo solo, conclude Malan, «quei giudici di Roma hanno introdotto il matrimonio gay, le adozioni gay e posto le premesse per la pratica dell’utero in affitto, non appena la stessa richiesta sarà formulata da una coppia di maschi. Un fatto gravissimo, sul quale dovrebbero intervenire il ministro della giustizia Orlando, il Csm e Napolitano, quale supremo garante della Costituzione».  Barbara Saltamartini deputato e portavoce di Ncd, dal canto suo, parla di «una sentenza sconcertante». Una decisione che, per Saltamartini, ha poi «chiari profili di incostituzionalità. Così facendo si autorizzano implicitamente per vie giudiziarie, e si legittimano, non solo le adozioni gay ma anche la pratica del mercato degli uteri in affitto e della fecondazione eterologa».

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