Brunetta detta a Renzi l’agenda economica per l’Europa

11 Lug 2014 14:54 - di Redazione

«Mentre la politica italiana si dilania sulle riforme istituzionali, gli avvertimenti dei Mercati diventano sempre più frequenti. Borse giù e spread su. Caro presidente Renzi, senza crescita e con il rischio di una esplosione estiva della crisi, inutile insistere con l’Europa per avere flessibilità per l’Italia, che tra l’altro non è credibile in questa richiesta perché non riesce a usare neanche i margini che le sono già stati riconosciuti (ad esempio, per il
pagamento dei debiti della Pa, per il contrasto alla disoccupazione giovanile e come fondi strutturali)». È quanto afferma il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che così prosegue: «L’Italia ha invece bisogno di una vera riforma fiscale che preveda, per esempio, una aliquota unica per tutti i contribuenti, semplificando il sistema, riducendo la pressione fiscale e, allo stesso tempo, aumentando il gettito per lo Stato attraverso il recupero dell’evasione; di una riduzione delle tasse sulla casa che, triplicate nel 2014 rispetto al 2011, hanno causato il crollo del mercato immobiliare e di un settore, quello edile, fondamentale per l’economia; di una vera riforma del mercato del lavoro, che aumenti la produttività del lavoro e di tutti i fattori produttivi, favorendo la competitività del “sistema Italia”, spiega Brunetta, che rivolgendosi a Renzi scrive: «Fa, piuttosto, quello che un leader, che vuole essere leader continentale, deve fare. L’elenco te lo abbiamo fornito, basta solo realizzarlo. Cos’altro deve succedere per far suonare l’allarme in Europa?», prosegue l’ex ministro soffermandosi sull’ambito europeo e sottolineando che «stiamo raccogliendo oggi i frutti amari delle politiche economiche sbagliate imposte ai Paesi dell’Eurozona dalla Germania di Angela Merkel, e l’unico Stato che riesce a trarre vantaggio da questa situazione catastrofica è, ancora una volta, quello tedesco. Che fare, allora, perché la storia non si ripeta? A livello europeo si deve intervenire: sulla Bce, che deve modificare il suo statuto poter attuare una politica monetaria più espansiva; sulle altre istituzioni europee affinché portino a termine le quattro unioni (bancaria, politica, economica e di bilancio), avviino un processo di mutualizzazione del debito pubblico europeo attraverso l’emissione di Eurobond/Union Bond, stimolino tutti gli Stati membri a un processo di riforme strutturali e, in particolare, chiedano alla Germania di reflazionare; sulla Banca europea degli investimenti, che deve essere ricapitalizzata per l’emissione di Project bond», conclude il capogruppo azzurro alla Camera.

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