Dalla Findus alla Schweppes, infuria lo spot per coppie gay. E il maschio etero finisce nel congelatore (video)

9 Giu 2014 20:26 - di Guido Liberati

Lontani i tempi dei bastoncini di pesce, dei sofficini dal “sorriso che c’è in te” e gli spot in bianco e nero del Carosello. Alla fiera del politicamente corretto anche i pubblicitari della Findus hanno giocato la carta “gay friendly”. Non sono i soli e c’è da capirli dopo la campagna di stampa contro il signor Barilla, che si azzardò a difendere la famiglia tradizionale e venne costretto a una pubblica abiura. Ora le multinazionali giocano d’anticipo: gay è bello, essere etero ormai è da sfigati. Prendete la Schwepps: da alcune settimane bombarda di spot le tv di mezzo mondo con Penelope Cruz che si dirige incantata verso una sensualissima bionda e quando arriva sul punto di baciarla, si ferma a sorgeggiare invece la bevanda. Un’allusione lesbo potentissima, come a ribaltare le vecchie abitudini di una donna attratta da un uomo. Tendenza vecchia, preistorica. Spiega bene come deve andare il mondo anche la Findus. Guarda caso pressoché in concomitanza con il Gay Pride che ha visto a Roma duecentomila persone sfilare nel nome dell’orgoglio omosessuale, la multinazionale dei surgelati ha proposto il suo nuovo spot, dedicato a nuove specialità che si preparano nel forno a microonde ma che sembrano fatte in casa: insomma, che non sono come sembrano. Un po’ come i due soggetti della storia dello spot, che sembrano maschi “tradizionali” appunto come la cucina di una volta, ma sono invece parecchio “moderni”.  Dei protagonisti non si vedono le facce, ma solo le mani. Si sentono le voci, si parla di “sorprese”. C’è una mamma anziana, un figlio maturo, un amico. “Non è solo il mio coinquilino, è il mio compagno”. La mamma non finge di cadere dalla nuvole: anzi, accarezza la mano al figlio e replica soavemente: “Tesoro lo avevo capito”. Di maschi etero non c’è traccia. Il babbo è stato sapientemente eliminato dallo spot, come a lasciare intuire che la signora sia vedova. Perché per i pubblicitari “gay friendly” gli eterosessuali sono come gli indiani per Custer. Sono buoni solo morti.

 

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