Redditi di ministri e parlamentari: Boldrini non paga le tasse sui soldi ricevuti dall’Onu, tre Cinquestelle sono “nullatenenti”

14 Apr 2014 13:20 - di Redattore 89

Riserva qualche conferma e qualche sorpresa il consueto appuntamento con la pubblicazione dei redditi di parlamentari e ministri. La conferma riguarda Silvio Berlusconi. È vero che ora è decaduto, ma il redditometro include chi è in carica e chi lo è stato per parte della legislatura, quindi anche lui. Il leader di Forza Italia nel 2013,

con riferimento al 2012, ha dichiarato 4,5 milioni di euro. Dunque, ha mantenuto fino all’ultimo lo status di senatore più ricco, benché rispetto al 2011 abbia registrato un tracollo delle sue finanze che, all’epoca, ammontavano a oltre 35 milioni. Più della perdita di 30 milioni di reddito personale da parte di Berlusconi, colpisce però il reddito dichiarato da Laura Boldrini. Nonostante l’incarico di prestigio e responsabilità, quello di portavoce dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ricoperto prima di approdare allo scranno più alto di Montecitorio, la presidente della Camera ha dichiarato un reddito imponibile di appena 6.314 euro. In realtà, dall’Onu ne ha ricevuti 94.304,63, come ha spiegato lei stessa in una nota allegata alla dichiarazione. Una cifra che, però, ha chiarito ancora, «non è soggetta a imposizione nazionale in base agli accordi regolanti il regime fiscale dei funzionari di organismi internazionali». Vantaggi di lavorare per le Nazioni Unite. La sorpresa più grande dell’anagrafe patrimoniale dei parlamentari, però, forse, non è nemmeno questa. È, piuttosto, il reddito zero o giù di lì dichiarato da diversi parlamentari Cinquestelle. È stato l’Huffington Post a concentrarsi sui loro imponibili, scartabellando la documentazione fornita da Camera e Senato che, per ora, è solo cartacea. Dall’analisi del quotidiano diretto da Lucia Annunziata risulta che il 40enne Roberto Fico, ora presidente della Commissione di Vigilanza Rai, per il 2012 ha dichiarato un reddito imponibile pari a 0 euro. Come lui anche il vicepresidente dei deputati grillini, il 28enne Luigi Di Maio che, d’altra parte, sulla sua pagina istituzionale all’interno del sito della Camera, dichiara come professione «studente», voce lasciata invece in bianco da Fico. Non è zero, ma è comunque da «incapiente», ovvero sotto i 5mila euro, il reddito di un’altra stella nascente della politica italiana pentastellata: Alessandro Di Battista. Classe 1978, biografia avventurosa tra reportage e cooperazione in giro per il mondo, Di Battista, che sulla sua pagina sul sito della Camera spiega di essere uno «scrittore», ha dichiarato per il 2012 un imponibile di 3.176 euro. Non sorprende invece che alla Camera, fra i più ricchi del periodo in esame sia risultato Alberto Bombassei, ex presidente di Scelta Civica e presidente della Brembo spa, che ha dichiarato 845.813 euro. Assolutamente coerente anche il reddito del presidente del Senato Pietro Grasso, che nel 2012 era ancora a capo della Direzione nazionale antimafia, con un imponibile Irpef di 176.499 euro. Fra i ministri, il più ricco è risultato il titolare delle Infrastrutture Maurizio Lupi, con 282.499 euro, mentre la più “povera” Maria Elena Boschi, che ha dichiarato 76.259 euro. Nel mezzo, un ventaglio di imponibili che vanno dai 110.603 euro del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ai 102.383 e 117.472 euro rispettivamente del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e di quello dell’Istruzione, Stefania Giannini, fino ai 97.492 euro di Graziano Delrio e gli 81.871 del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti.

Commenti

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  • Pino1° 16 Marzo 2018

    I demodiabolici sotto la guida dell’uomo ultragentile La sinistra ha derubato il paese più e come la mafia. ‘ndrangheta, camorra ecc Se non fossimo un paese di gente senza palle la soluzione sarebbe
    drastica, irreversibile, definitiva !