Berlusconi candidato? No dalla Corte di Strasburgo. Toti assicura: sarà in campo

8 Apr 2014 19:34 - di Redazione

L’ultima chance utilizzata dall’entourage di Silvio Berlusconi per consentirgli la candidatura alle elezioni europee non ha sortito gli effetti sperati. La Corte europea dei diritti umani ha infatti rifiutato la richiesta di imporre allo Stato italiano misure urgenti per permettere la candidatura. La richiesta era stata presentata dall’avvocato Ana Palacio e dalle parlamentari azzurre Deborah Bergamini e Elena Centemero. Pendente alla Corte europea, tra l’altro, c’è poi un ulteriore ricorso di Berlusconi per denunciare la violazione del diritto di giusto processo nel caso Mediaset. Se dovesse essere accolto, potrebbe incidere sugli effetti della condanna, tra cui l’interdizione di due anni dai pubblici uffici. Mentre si avvicina la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano (prevista per il 10 aprile) sulla richiesta di affidamento ai servizi sociali o ai domiciliari, Giovanni Toti annuncia che Berlusconi farà comunque campagna elettorale come promesso ai suoi elettori. Il sito on line del quotidiano della Cei Avvenire ha intanto scritto che Berlusconi potrebbe espiare la sua pena, i nove mesi effettivi dedicati ai servizi socialmente utili, in una struttura per anziani disabili. Lo ha proposto l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), con una relazione già inoltrata al Tribunale di sorveglianza. Il lavoro non sarebbe particolarmente gravoso – scrive Avvenire.it – visto che lo impegnerebbe un solo giorno alla settimana, di mattina o di pomeriggio a scelta.

Secondo quanto riferisce Avvenire.it, la struttura non si trova a Milano ma nell’hinterland. Verosimilmente persino più agevole da raggiungere data la sua residenza a Villa San Martino, ad Arcore. La scelta non sarebbe inconsueta, data l’entità effettiva della pena da scontare. Gli obblighi che a questo punto resterebbero all’ex Cavaliere sono quelli di ritirarsi a casa per le undici di sera e a non uscirne sino alle sei del mattino. Se e come questo possa allargare gli spazi per la cosiddetta “agibilità politica” è forse materia della relazione che oggi i difensori (Coppi e Ghedini) hanno presentato al Tribunale di sorveglianza.

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