Storace dice sì a Berlusconi: noi ancora al suo fianco. E attacca Alfano e Meloni

29 Mar 2014 14:40 - di Redazione

Alla fine il giallo sulla collocazione della Destra di Storace sembra risolto e il quadro delle formazioni della galassia di centrodestra più chiaro. «Dobbiamo ricambiare con affetto ed entusiasmo l’abbraccio di Silvio Berlusconi, per nulla scontato nei nostri confronti», ha detto l’ex governatore del Lazio dal palco del comitato centrale del partito in risposta alla proposta del leader di Forza Italia di allearsi in vista delle europee di maggio. Del resto la liaison era nell’aria da mesi e l’ingresso di Storace nel partito di Silvio un’ipotesi accarezzata a lungo nei conciliaboli di piazza San Lorenzo in Lucina. Alla sfida finale, come la chiama Berlusconi, le truppe storaciane per quanto esigue ci saranno. Non c’è spazio per una piccola destra, dice Storace pronto a marciare insieme agli azzurri che, anche dopo la diaspora degli alfaniani, ancora vantano consensi a due cifre. «I problemi da affrontare in Italia non sono di semplice soluzione, dalla crisi, al rapporto con la Ue, all’immigrazione. Per questo serve una grande destra che soprattutto negli ultimi anni è stata identificata dagli elettori in Silvio Berlusconi», dice soddisfatto dell’impegno dell’ex premier a rispettare «le nostre specificità». Il matrimonio nasce anche dalla necessità, «alla luce della legge elettorale in itinere», di evitare la «sciagura» di eventuali ballottaggi tra centrosinistra e movimento 5 stelle».

Il sì al Cavaliere, il cui appello ha «molto colpito e commosso» il leader della Destra, mette definitivamente fine al cantiere dei lavori in corso con Fratelli d’Italia che ber bocca di Giorgia Meloni ha più volte fatto aperture, condizionate ai paletti programmatici, a Storace nell’ottica di una riunificazione della destra che guardi al futuro. L’ex governatore, però, sembra preferire l’usato sicuro e rivolgere le sue attenzioni al protagonista degli ultimi anni di vita italiana che, ha detto facendo autocritica, «ha fatto meglio di noi il suo mestiere perché il problema della destra è stato se stessa. Sarebbe davvero infantile negare i meriti di Berlusconi nell’operazione chiamata centrodestra, del resto, chi ha tentato di ostacolarlo è morto politicamente, o sopravvive a stento». Impietoso e durissimo nei confronti delle altre formazioni “contigue”: spara con la stessa intensità contro Fratelli d’Italia (ci hanno scippato il simbolo) e la formazione di Alfano. «Non accettiamo lezioni di coerenza da Fdi che con noi ha rapporti inesistenti. Non ci interessa un cappello elettorale per le Europee, senza un percorso politico comune». Insomma dopo un ventennio per il leader della destra, che ha mosso i primi passi in politica sotto le insegne del Msi, Berlusconi resta la stella polare,  «il campione di milioni di elettori di destra e il bersaglio della sinistra settaria del nostro Paese». Oltre il leader di Forza Italia Storace vede il deserto, «non ci sono eredi all’orizzonte perché è difficile considerare tali i movimenti di Alfano e Meloni. Ora c’è solo Forza Italia e Berlusconi ci chiede di ritornare al suo fianco».

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