Salvatore Ferraro «ospite d’onore» del Pd. E scatta la rivolta del centrodestra e del web

14 Mar 2014 18:37 - di Valeria Gelsi

Suscita polemiche e perplessità un’iniziativa del Pd di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Il partito ha deciso di inaugurare una serie di appuntamenti su «tematiche di attualità politica e di particolare importanza sociale e culturale» approfondendo il tema delle carceri. L’incontro, che si terrà lunedì, si intitola “La pena visibile”, come il libro da cui prende le mosse. Il saggio è stato scritto da Salvatore Ferraro, l’ex assistente di filosofia del diritto alla Sapienza di Roma, condannato a quattro anni e due mesi per favoreggiamento nell’omicidio di Marta Russo. All’incontro parteciperanno il garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, e il consigliere regionale del Pd Enzo Brogi. Ma sull’invito è Ferraro a essere indicato come «ospite d’onore». Una definizione che ha scosso l’opposizione di centrodestra, tanto più che la location del dibattito è la sala del consiglio. «Forza Italia è esterrefatta, non sappiamo più cosa aspettarci dal Partito democratico campigiano, stavolta hanno passato ogni limite», ha detto il capogruppo azzurro Paolo Gandola, parlando a nome di tutti i colleghi forzisti e chiedendo al presidente del consiglio comunale la revoca dell’autorizzazione. Il punto è tutto lì, in quella presenza «all’interno della sala consiliare» che FI ritiene inopportuna e che, quindi, finisce per squalificare anche «un incontro di per sé di stretta attualità e interessante». A turbare di più, però, è quell’«ospite d’onore» stampato a chiare lettere sull’invito. «Se per il Pd è un onore invitare chi è stato condannato per favoreggiamento per la morte di Marta Russo allora noi di Forza Italia diciamo, forte e chiaro, che è il Pd stesso a disonorare la dignità dell’aula consiliare», ha chiarito Gandola, annunciando che chiederà spiegazioni nel corso della seduta consiliare che si terrà all’indomani dell’incontro. «A Campi, governati da questa sinistra, non c’è mai fine al peggio», ha concluso Gandola, che rappresenta una voce istituzionale nell’ambito di un dibattito che molto si è sviluppato anche sui social network. La notizia si apprende dalla cronaca fiorentina de La Nazione, perché ad oggi, ovvero a polemiche rimbalzate sui giornali, né sulla pagina del circolo, né su quella del gruppo consiliare, né su quella dell’evento si trovano più commenti. Fra gli altri, uno, scritto da un avvocato, era stato riportato dal quotidiano fiorentino: «Riabilitazione e ammenda vuol dire anche starsene in disparte, accettare e comprendere le proprie colpe e pensare al male che si è fatto. L’omicidio di Marta fu talmente grave, gratuito e senza giustificazione  alcuna (neanche secondo logica criminale) che è inammissibile che uno dei suoi  assassini se ne vada in giro a fare conferenze».

 

 

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