Occhio alle cifre, i veri bamboccioni sono Monti, la Fornero, la Cgil, Letta e compagni…

14 Dic 2013 19:36 - di Girolamo Fragalà

Un’Italia zeppa di bamboccioni, secondo le statistiche e secondo le definizioni dei vari professoroni che si sono alternati sulle poltrone di Palazzo Chigi, con aria spocchiosa, alla “ti guardo dall’alto in basso”. Un’Italia, invece, zeppa di giovani “costretti” ad essere bamboccioni, secondo quanto sostiene la stragrande maggioranza di persone, quelle che soffrono quotidianamente la crisi e non parlano con la pancia piena, tanto per usare una frase di uso comune ma efficace. La fotografia scattata dall’Istat è significativa: nel nostro Paese ci sono oltre tre milioni e 700mila giovani under 35 che non studiano, non lavorano né sono in alcun percorso formativo, con punte altissime al Sud. Colpa loro? Non hanno voglia di far nulla e passano le giornate davanti alla tv? Troppo banale. Anzi, troppo da professoroni spocchiosi. La verità è che non si vedono sbocchi e una certa politica contribuisce in modo determinante a far crescere la sfiducia. Ed è la politica che ci sta impiccando con la corda della Merkel e dell’Europa dei burocrati: non si può continuare a parlare di parametri, dello 3 per cento da rispettare anche a costo di costringere la gente comune ad altre lacrime e ad altro sangue. Basterebbe rendere il cappio meno stretto, magari di un insignificante (per i banchieri) 0,1 per cento, a dare ossigeno e a creare qualche posto di lavoro in più. E aumenterebbe anche la fiducia di quei giovani che a 35 anni sono costretti a tirare a campare, vagando da una stanza all’altra della casa paterna. I veri bamboccioni non sono loro ma chi li ha costretti ad esserlo. A partire dalla Cgil, che ha usato le lotte sindacali come propaganda, restando comodamente in poltrona; da Letta e compagni, che da quando sono al governo hanno pensato solo ad aumentare le tasse, così da risolvere con uno schiocco di dita il problema delle entrate, senza il minimo sforzo. Ossia da bamboccioni. «Senza di me i giovani italiani sarebbero stati disoccupati o criminali, oppure sarebbero emigrati», disse Monti in tono solenne, quando pensava di essere il salvatore della patria. Una presa in giro, abbiamo visto la sua cura che benefici ha prodotto. «Mandiamo i bamboccioni fuori di casa», sbottò a sua volta Padoa-Schioppa, ministro di uno dei peggiori governi che la storia repubblicana ricordi. «Sul lavoro i giovani non devono essere schizzinosi», sentenziò la Fornero, la “ministra” che ha spezzato le reni a pensionati e lavoratori. Per non parlare dell’uscita incredibile di Monti: «Il posto fisso è monotono, è bello cambiare». E il web non ha dimenticato: «Per Monti il posto fisso è monotono e infatti ha una poltrona monotona assicurata per sempre: quella di senatore a vita». A conti fatti, i Monti e le Fornero, i sindacalisti “rossi” e gli autorevoli esponenti del Pd sono i veri bamboccioni. Provino pure a dimostrare il contrario.

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