Il 14 dicembre è una data da ricordare per la destra italiana

16 Dic 2013 14:42 - di Oreste Martino

“Il 14 dicembre della Destra italiana” potrebbe essere un titolo appropriato per raccontare la storia di Alleanza Nazionale. Chissà perché, infatti, per ben tre volte la data del 14 dicembre si è riproposta per appuntamenti che hanno portato a svolte profonde di un’area politica, positive, negative o in attesa di capire con che risultati.

Il primo 14 dicembre della destra italiana è del 1987, quando al Congresso di Sorrento del Movimento sociale italiano Giorgio Almirante passa la mano e affida il partito al 35enne Gianfranco Fini. Oggi, nella stagione dei Renzi, degli Alfano e dei Letta (tutti più “anziani” del Fini dell’87) potrebbe sembrare normale, ma allora fu una vera rivoluzione. Con l’elezione di Fini la Destra fino ad allora neofascista cambiò pelle, avviò un profondo ricambio generazionale ed imboccò la strada del cambiamento che portò alla nascita di Alleanza Nazionale.

Artefice della svolta fu Pinuccio Tatarella, che tentò Almirante con il salto generazionale, certamente nelle corde del leader missino. Per Tatarella fu anche un modo per sparigliare le carte, visto che se la partita fosse stata giocata dalla sua generazione si sarebbe trovato emarginato da una segreteria affidata a colonnelli di allora come Servello, Pazzaglia o Valensise.

Quel 14 dicembre portò alla svolta più significativa della storia della destra nel dopoguerra, aprendo la stagione che dopo sette anni portò il partito al governo con gli uomini della sua organizzazione giovanile.

Il secondo 14 dicembre da ricordare è quello del 2010 quando nell’aula della Camera dei deputati si consumò la definitiva rottura del Popolo della Libertà e l’avvio della fase confusa che ancora perdura e che rischia di liquefare il centrodestra italiano. Da un lato la volontà di Berlusconi di liberarsi di Fini, dall’altro la volontà di Fini di affrancarsi da Berlusconi a tutti i costi portarono alla mozione di sfiducia che si votò proprio quel giorno e in cui il Cavaliere la spuntò numericamente per tre voti senza però risolvere il problema politico, cioè l’impossibilità di tenere in vita il Pdl e forse il centrodestra dopo la rottura definitiva con Fini.

Sabato scorso è stato il terzo 14 dicembre della Destra Italiana, in cui l’assemblea della Fondazione Alleanza Nazionale ha deciso di “scongelare” il simbolo e di valutarne l’uso elettorale da parte di Fratelli d’Italia. A distanza di tempo si può tranquillamente dire che il 14 dicembre dell’87 si è rivelato molto positivo per la Destra italiana, mentre quello del 2010 si è rivelato catastrofico. Adesso c’è da capire se il percorso avviato lo scorso sabato sarà un momento di ricostruzione e di crescita o l’esito di un braccio di ferro interno ad un mondo che rischia di divenire residuale. Ci vorrà tempo per capirlo, auspicando che parta una stagione inclusiva per ricostruire la nuova casa comune degli elettori della destra italiana.

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