Decisione shock Bologna: bimba di tre anni affidata a una coppia gay. Alemanno: le forze politiche devono reagire

15 Nov 2013 10:44 - di Redazione

Decisione senza precedenti quella del tribunale dei minori di Bologna che ha assegnato in affido una bambina di tre anni a una coppia omosessuale. Secondo la notizia fornita dal Corriere di Bologna, il tribunale presieduto da Giuseppe Spadaro ha deciso di affidare la bimba di tre anni «che vive in un contesto familiare difficile» a «due uomini di mezza età — la loro è una relazione lunga e consolidata, formano una coppia solida, insomma, secondo amici, servizi sociali e anche secondo i giudici».  A questo punto è molto probabile che la Procura minorile del capoluogo emiliano, che già aveva espresso parere contrario all’affidamento ai due uomini, ritenendoli inadeguati a ricoprire questo ruolo, si opponga alla decisione del Tribunale minorile. Secondo quanto riportato dal quotidiano, «l’affidamento era stato caldeggiato dai servizi sociali che conoscono bene tutti i protagonisti di questa storia. Conoscono la bambina e il legame che la piccola ha con i due nuovi genitori affidatari». Inoltre, mentre per l’adozione ci vuole una coppia sposata, per l’affidamento è valida anche una «comunità di tipo familiare», comunità di tipo familiare (formate da due persone che assolvano alla funzione di genitori) o anche single. Purché siano garantiti al bambino benessere e serenità. Questa la differenza che ha guidato la scelta di Spadaro. Il magistrato, 49 anni, originario di Catanzaro, si è insediato meno di due mesi fa diventando uno dei più giovani presidenti di tribunale d’Italia. All’inizio del 2013 aveva fatto scalpore una sentenza della Cassazione aveva sancito il diritto di una coppia omosessuale a ottenere in affido un minore, in quanto «sostenere che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale è un mero pregiudizio».

L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno esprime sconcerto per questa decisione “estrema conseguenza di una tendenza che in Italia viene alimentata in maniera strisciante dalla cultura progressista”. Per Alemanno il rischio è che si aggiri la potestà del Parlamento su queste materie e quanto previsto dalla Costituzione. “Le forze politiche – è il monito di Alemanno – devono reagire e mostrare responsabilità”.

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