Il Pdl troverà la quadra con Berlusconi “padre nobile”. E per il Pd saranno guai seri

7 Ott 2013 18:56 - di Oreste Martino

Quanto accaduto nei giorni scorsi in casa Pdl ha concentrato l’attenzione della pubblica opinione sui problemi interni del partito di Berlusconi. Angelino Alfano ha chiamato banco irrigidendosi a sostegno del governo e il Cavaliere alla fine ha deciso di  piegarsi votando anch’esso la fiducia con tutti i falchi del suo seguito. Sbaglia però chi pensa che sarà la lotta interna al Pdl a tenere banco nei prossimi mesi. A differenza di quel che si pensa Berlusconi ha già preso atto della sconfitta interna e da buon tattico farà di necessità virtù, la cavalcherà promuovendo l’unità del partito ed il ricambio generazionale.

Le novità della scorsa settimana, invece, avranno conseguenze molto più seria all’interno del Partito democratico, dove la vittoria di Alfano potrebbe diventare il detonatore dell’esplosione interna. È infatti evidente che oggi più di ieri Enrico Letta e Matteo Renzi sono incompatibili all’interno dello stesso partito. Se l’avesse spuntata il Cavaliere Renzi si sarebbe trovato in campagna elettorale sulla cresta dell’onda, ma avendo vinto l’asse tra Letta e Alfano adesso il presidente del Consiglio ha un anno e mezzo di tempo per sfiancare il sindaco di Firenze e diventare lui il leader del centrosinistra.

I sondaggi già dicono che il gradimento dell’inquilino di Palazzo Chigi ha superato quello del sindaco e conquistata la stabilità non potrà che fare meglio. Tanto più che nel secondo semestre del 2014 Letta avrà la straordinaria vetrina della presidenza dell’Unione europea che lo lancerà per la probabile campagna elettorale del 2015.

A quel punto si scontreranno due leadership diametralmente opposta. Letta è figlio della struttura di partito e uomo di apparato (nel senso positivo del termine), mentre Renzi viene dal territorio con un tratto da anti-partito. Il primo è uomo di mediazione, il secondo un populista, il primo si sta sforzando a diventare sobriamente anti berlusconiano, mentre il sindaco ci tiene a non esserlo anche nella speranza di intercettare un po’ di elettorato moderato che finora ha scelto il cavaliere.

È quindi evidente che più passa il tempo e più la leadership di Letta cresce mentre Renzi rischia l’affanno, che nei prossimi mesi sarà alimentato ulteriormente dalla classe dirigente del Pd che per non essere rottamata remerà a favore del premier affinché sbarri la strada all’avversario.

In pochi giorni, dunque, il quadro è cambiato e al di là di quel che sembra nei prossimi mesi potremmo avere un Pdl stabilizzato attorno alla guida da padre nobile di Berlusconi e alla leadership di Alfano e un Pd preda di uno scontro violento tra due contendenti che rappresentano due modi diversi di fare politica, a tal punto da far paventare a molti la scissione del partito di Via del Nazareno.

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