Lacrime, sangue e benzina? Una bozza annuncia la maxi-stangata, ma il governo (per ora) smentisce…

9 Ott 2013 13:14 - di Redazione

Nuova stangata sulla benzina per finanziare cassa integrazione e “social card”? La “manovrina” in arrivo al Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, secondo una bozza circolante, destina 330 milioni di euro per il rifinanziamento della Cig in deroga per il 2013 e 35 milioni di euro al rifinanziamento della carta acquisti. I fondi saranno reperiti grazie al maxi aumento immediato delle accise sui carburanti: dalla data di entrata in vigore della manovra la benzina salirà di 6,5 centesimi al litro. L’aumento dal primo gennaio 2014 e fino al 31 gennaio 2015 sarà di 3,3 centesimi litro. Non solo: nella bozza è previsto un nuovo aumento per gli acconti Irpef e Irap. In particolare gli acconti per entrambe le imposte passano dal 101 al 103% per il solo anno di imposta 2013. Per consentire il rientro dallo scostamento del deficit sono previsti anche tagli ai ministeri. Nella bozza del dl manovrina si specifica che «le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese rimodulabili del bilancio dello Stato sono accantonate e rese indisponibili per ciascun ministero». Dovrebbero poi arrivare 120 milioni in più sul fondo di solidarietà comunale 2013 per assicurare la spettanza ai Comuni del gettito Imu. La bozza stabilisce un incremento della dotazione per l’anno 2013 del fondo di solidarietà comunale a favore dei comuni delle Regioni a statuto ordinario. Si prevede poi che le risorse attribuite a ciascun Comune non rilevino ai fini del patto di stabilità interno. Ma la bozza ha subito scatenato polemiche. «Sarebbe opportuno – ha subito detto Renato Brunetta – che prima di prendere decisioni che potrebbero portare ai soliti tagli lineari ai ministeri e aumenti di accise e acconti, fosse chiaro a tutti se il passaggio che il governo intende fare sia realmente necessario o se possa essere evitato, riservando a prossimi provvedimenti, per la riduzione della pressione fiscale e per lo sviluppo, le risorse che in esso si intendono impiegare». Il capogruppo Pdl alla Camera mostra il suo dissenso verso “ulteriori misure recessive”. «Conosciamo – ha detto  infatti – gli effetti perversi della politica economica del “sangue, sudore e lacrime”, perché continuare a farci del male? Torniamo a chiedere al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a che punto sono i pagamenti della Pa con riferimento ai 10 miliardi di debiti per spese in conto capitale che lo scorso aprile hanno portato a un aumento di 0,5 punti del rapporto deficit/PIL nel 2013 (da -2,4% a -2,9%). Se quei dieci miliardi non fossero stati già tutti erogati, basterebbe sostituirne 2 con pagamenti di spese di parte corrente, che non hanno effetti sul deficit, piuttosto che di spese in conto capitale, e avremmo centrato l’obiettivo del 3%, senza correre il rischio di sforare per un misero decimale. E senza la necessità – ha concluso – di manovre o manovrine oggi». A metà giornata è arrivata la frenata del governo: «Oggi in Consiglio dei ministri ci sarà il provvedimento per il rientro del 3% e alcune misure urgentissime per l’emergenza immigrazione e sbarchi. Nessuno aumento di accisa o altre tasse», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Stangata solo rinviata?

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