Datagate, spiato anche il governo italiano. E Letta prova ad alzare la voce: inaccettabile, faremo verifiche

24 Ott 2013 17:37 - di Redazione

Anche il governo italiano era spiato dagli Usa. E non basta: l’Italia non è stata soltanto nel mirino del sistema Prism creato dagli 007 statunitensi. Con un programma parallelo e convergente chiamato Tempora, anche l’intelligence britannica ha spiato i cavi di fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico Internet del nostro paese. Lo rivela all’Espresso Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce i file della ‘talpa’ del Datagate Edward Snowden. Le informazioni rilevanti venivano poi scambiate con l’Nsa americana. La reazione dell’Ue non si è fatta attendere: il commissario al mercato interno Michel Barnier su twitter ha invocato risposte immediate dagli Usa sul datagate. E anche il premier Enrico Letta ha chiesto che vengano fatte verifiche, utilizzando la stessa espressione di Angela Merkel a proposito dello spionaggio da parte di un paese amico e alleato: “inaccettabile”.

Arrivando al vertice Ue a Bruxelles, dove si sta discutendo anche del datagate, Letta ha commentato: ”Non possiamo tollerare che ci siano zone d’ombra o dubbi. Ovviamente vanno fatte tutte le verifiche, ma vogliamo tutta la verità. Non è accettabile e concepibile che ci siano attività di questo tipo”. L’Ue sta discutendo la possibilità di dare una risposta “forte e univoca” agli americani: questa la posizione espressa dalla commissario alla Giustizia Viviane Reding, secondo quanto riferito dal suo portavoce. Il presidente della Ue Van Rompuy ha spiegato che “nella bozza di conclusioni del vertice Ue, che i leader discutono oggi, c’è un riferimento alla necessità di approvare la direttiva sulla protezione dati l’anno prossimo, perché è importante ristabilire la fiducia”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “Noi aspettiamo di conoscere i dati che riguardano l’Italia e certamente difenderemo sempre la privacy dei cittadini e degli uomini delle istituzioni. E lo dovremo fare senza guardare in faccia nessuno”.

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