L’estremismo dei grillini fa infuriare anche Israele. L’ambasciatore Gilon: «No all’istigazione dell’odio»

30 Lug 2013 18:55 - di Aldo Di Lello

Non si sentiva davvero la necessità del viaggio a Gerusalemme e nei territori palestinesi recentemente compiuto dai deputati pentastellati Manlio Di Stefano e Maria Edera Spadoni. L’unica cosa che hanno ottenuto è stata quella di provocare la risentita reazione dell’ambasciatore israeliano   in Italia  Naor Gilon, il quale ha rimarcato il fatto che tale viaggio  «è stato organizzato dalla signora Luisa Morgantini, attivista ben nota per le sue posizioni estremiste» e che  «non prevedeva alcun incontro con alcun esponente ufficiale o non ufficiale» israeliano. Come se non bastasse, nei giorni scorsi la tensione è salita per le incendiarie  parole di un altro deputato cinque stelle, tal Paolo Bernini, che ha definito il sionismo «una piaga». Ferma la condanna di Gilon: «Una simile affermazione, che nasce probabilmente dalla mancanza delle minime nozioni di storia supera la linea rossa che costituisce il discrimen tra una critica costruttiva e una vera e propria istigazione e negazione della legittimità di esistenza dello Stato d’Israele», ha sottolineato  Gilon. L’ultimo passo della nota   contiene sia una esortazione sia un monito: «In questo momento storico è importante incoraggiare proprio le forze che sostengono la pace e il dialogo, evitando invece di fiancheggiare esponenti estremisti, aventi come obiettivo quello di infiammare l’odio e la violenza».

«La nostra – così si difendono i deputati grillini – non era una missione ufficiale della Camera ma eravamo un gruppo di deputati cinque stelle. Noi siamo aperti ad incontrare tutti ma in quei quattro giorni abbiamo preferito vedere la comunità civile, palestinese e israeliana, e ci siamo concentrati sulla violazione dei diritti civili. Abbiamo anche incontrato associazioni israeliane di ex militari  pentiti , avvocati e pacifisti». Quando si dice lo spirito di pluralismo e l’apertura mentale…

Di Stefano e la Spadoni prendono anche le distanze (o almeno ci provano) dalle dichiarazioni di Bernini:  «Ha espresso un suo pensiero. Il M5S non ha mai condiviso una posizione sul sionismo». Che vuol dire “una” posizione? È una presa di distanza singolare e un po’ sibillina. Da registrare infine che i due parlamentari  sembrano aver preso gusto ai viaggi. E, nel corso della stessa conferenza stampa, annunciano: «Stiamo discutendo dell’utilità di andare in Kazakistan. Se potrà aiutare, ci andremo». Che cos’è, una promessa o una minaccia?

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