Malagiustizia: il killer della ragazza di Dragona era già stato condannato per altri due omicidi

9 Mag 2013 21:01 - di Redazione

Era stato condannato a 18 anni per un omicidio volontario commesso nel 1990 Mario Broccolo, il cinquantenne fermato oggi con l’accusa di aver ucciso Alessandra Iacullo una settimana fa a Dragona, periferia di Roma. E’ quanto si apprende in ambienti investigativi. L’uomo aveva subito anche un’altra condanna per omicidio colposo. Disoccupato con lavori saltuari, Broccolo si dedicava alla pittura. L’uomo ha ammesso di aver ucciso Alessandra per gelosia colpendola con alcune coltellate alla gola. Tecnicamente, però, non hanno ancora il valore di prova le ammissioni fatte finora. Gli investigatori sottolineano che allo stato non si può parlare ancora, tecnicamente, di confessione in relazione a quanto avvenuto nella sera del 2 maggio scorso. Gli inquirenti ribadiscono che oggi si è dato seguito al provvedimento di fermo disposto dall’ autorità giudiziaria. Ogni altro elemento sarà posto all’attenzione del giudice delle indagini preliminari nell’interrogatorio di convalida e garanzia che potrebbe avvenire già domani nel carcere di Regina Coeli, dove Broccolo è stato trasferito. L’uomo, che abita nella stessa zona, si era prima intrattenuto con Iacullo in un bar nei pressi del luogo dell’ omicidio. Poi dopo poco la lite in strada e le coltellate. I due non avevano una relazione stabile ma l’uomo era molto geloso della ragazza, secondo quanto riferito.

A trovare il corpo esanime di Alessandra  erano stati alcuni passanti giovedì 2 maggio intorno alle 22: all’imbocco di via della Riserva del Pantano hanno visto una donna sotto il suo scooter. Sembrava un investimento, un incidente stradale. Quando Alessandra era stata soccorsa respirava ancora, ma è morta poco dopo. La vittima era stata vista per l’ultima volta al bar di Dragona, intorno alle 20, e sembrava agitata. Era entrata per comprare le sigarette e poi era andata via in fretta con il motorino. Lo stesso che dopo qualche ora, trovato sopra di lei, nascondeva il suo corpo agonizzante.

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