Obama a Boston sotto la pioggia: «Finiremo la maratona, le bombe non ci fermano»

18 Apr 2013 17:59 - di Antonio Pannullo

Il presidente americano, Barack Obama, e la first lady Michelle sono arrivati a Boston accolti dal longevo sindaco Thomas Menino (è primo cittadino dal 1993), e dal governatore del Massachusetts Deval Patrick.  Obama e la moglie hanno partecipato al rito interconfessionale Healing Our City nella cattedrale Holy Cross in memoria delle vittime della maratona. Con lui anche l’ex candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney, che tra l’altro è stato il precedente governatore dello Stato. Una lunga fila di persone – molte famiglie con bambini – si è radunata davanti la Cattedrale di Boston. Imponenti le misure di sicurezza, con poliziotti ovunque e i metal detector all’ingresso del luogo della cerimonia.

Tutta l’area è stata transennata per diversi blocchi. Davanti alla cattedrale si moltissima e tantissimi giornalisti. «Abbiamo paura, ma anche voglia di reagire e di sentirci parte di una comunità unita», spiega una signora di mezza età che aspettava l’arrivo del presidente con Michelle. Dall’aereo che lo portava nella capitale della Nuova Inghilterra, il capo della Casa Bianca ha telefonato al governatore del Texas Rick Perry per offrirgli ogni tipo di aiuto federale di cui avesse bisogno e per avere informazioni sulla immane sciagura della fabbrica di fertilizzanti, assicurando che le sue preghiere erano anche per i colpiti di West. Duemila persone hanno affollato la cattedrale di Boston, dove il rito nella chiesa è stato celebrato dal cardinale arcivescovo di Boston Sean O’Malley vestito con il saio del frate cappuccino e lo zuccotto del porporato. Obama è entrato da un ingresso laterale della basilica e non è stato visto dalle centinaia di persone assiepate fuori dall’edificio nel South End di Boston. Si è appreso che Obama ha scritto di suo pugno il discorso per il rito nella cattedrale. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest. «In un momento la festa si è tramutata in tragedia», ha esordito il presidente, che ha continuato: «Sono venuto con un messaggio semplice a nome di tutti gli americani per tutti voi colpiti nella vostra città amata, ma anche noi la rivendichiamo. Per milioni di noi quello che è successo lunedì riguarda intimamente, e preghiamo per le tre vittime delle bombe». «No more hurting people. Peace: basta far del male. Pace». Il presidente degli Stati Uniti ha citato le parole che il piccolo Martin Richard, ucciso nell’attentato della maratona, aveva scritto su un poster mostrato orgogliosamente ai compagni di classe. E ha promesso ai terroristi di catturarli e di mandarli davanti a a un giudice, assicurando che gli Stati Uniti non si faranno intimidire o terrorizzare. E ha concluso: «Finiremo la corsa. Finirete la corsa. Una bomba non può fermarci», acclamato con una vera e propria standing ovation nella Cattedrale.

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