Dal Bagaglino a Petrolini: Martufello vince la sfida di “Chicchignola”, in scena al teatro Roma

17 Apr 2013 19:01 - di Redazione

È nel destino di molti attori comici cimentarsi, a un certo punto della carriera, in prove d’attore che vadano oltre la risata. E’ la sfida raccolta e vinta da Martufello che dopo la prima nazionale a Parma porta in scena nella Capitale (Teatro Roma di Via Umbertide, 3) Chicchignola di Ettore Petrolini per la regia di Silvio Giordani. Un testo scritto a cavallo delle due guerra, ma che 80 anni dopo mantiene una freschezza e una attualità sorprendente. Scritto da Petrolini sotto l’influenza di autori come Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello.

È la storia di un uomo onesto, impiegato di ottimo livello al Governatorato, che da un giorno all’altro, a quasi cinquant’anni, si trova “esodato” o licenziato. Chicchignola per vivere si ingegna a fare il “pallonaro”, il venditore di giocarelli, tirando il suo carrettino per le strade di Roma. Soltanto perché è un galantuomo i furbi ed i mascalzoni lo reputano un cretino capace di subire ogni torto, non escluso quello di essere fatto cornuto dalla propria compagna Eugenia, delusa dalla sua caduta sociale. Costei, infatti, lo tradisce con il suo migliore amico, Egisto, un norcino pieno di soldi e adatto  a vivere il mondo spregiudicato e superficiale che ci circonda. La lungimiranza di Petrolini nel descrivere il degrado di certa umanità è sorprendente. Ci racconta anche di una crisi europea che imperversava sulle economie di vari paesi e ci descrive una perdita di valori generalizzata con conseguente ascesa dei mediocri e dei furbi a detrimento  degli onesti. Chicchignola non è, però, cecità e il suo “cervellaccio” poetico e sognatore  gli consentirà una sorta di amara rivincita. Da uomo intelligente sa bene che il destino di un uomo onesto, in un mondo di furbi, è quello di rimanere solo, ieri come oggi. «La scelta di Martufello per interpretare Petrolini è nata dalla sua capacità di interpretare il surreale, il disgregante, il lazzo, il grottesco con naturalezza e leggerezza», spiega Silvio Giordani che ricorda come Martufello riesca a disegnare un protagonista (già interpretato da Mario Scaccia e Fiorenzo Fiorentini) «pieno di chiaroscuri e di invenzioni mimiche, che accanto a quelle verbali di Petrolini creano una sintesi di rara efficacia teatrale».

Tra Marinetti e Pirandello, Petrolini scherza con il pubblico con ilare ferocia e trova in questa edizione la maschera quasi plautina di Martufello per esprimersi compiutamente in anni così diversi. Diversi ma anche pieni di strane analogie. In scena accanto a Maurizio Martufello, Gabriella Silvestri ed Antonio Conte nei ruoli di Eugenia, la moglie ed Egisto, l’amante e a completare la compagnia Olga Sgambati, Carlo Ettorre e Anna Tognetti. Le scene sono di Mario Amodio, i costumi di Giusy Ciarello, musiche originali di Bruno Ilariuzzi, aiuto regia Claudia Carlone, disegno luci Fabio Paragiani, sarta Floriana Villani, grafica Lorenzo Zollo, amministrazione Giuseppe Varano. Produzione Teatro Artigiano di Roma diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi.

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