La gaffe di Daul su Monti e Ppe. Angelilli: ora la rettifica

16 Gen 2013 11:51 - di Gloria Sabatini

 

Difficile credere che Mario Monti nella sua rincorsa a Palazzo Chigi non abbia apprezzato il tifo del capogruppo del Ppe Joseph Daul che, dopo aver strattonato Berlusconi (“non ne parlo, perché gli farei guadagnare punti…”) fino a ipotizzarne l’espulsione dal partito, ha dichiarato  che il candidato del Partito popolare è il Professor Monti. E poco importa se alla grande famiglia popolare appartengono Udc, Pdl e montiani. La scelta di campo è fatta. Una gaffe? Un fraintendimento degli sprovveduti giornalisti italiani che masticano male il francese?  Difficile da credere. Avrà detto è “il candidato” o “un” candidato? La parziale marcia indietro di Daul, del resto,  è stata molto soft, “non mi avete capito, chiederò le registrazioni”, ha detto senza smentire né pubblicamente né informalmente l’entrata a gamba tesa nella campagna elettorale italiana. Le domande maliziose in conferenza stampa, l’assillo antiberlusconiano d’Oltralpe e l’abbandono di Mario Mauro dal Pdl nascondono un disegno tutt’altro che improvvisato. Dai microfoni di “Radio Anch’io” Berlusconi contrattacca: “L’esplicita dichiarazione di sostegno a Monti del capogruppo del Ppe Joseph Daul è improvvida e non rappresenta la posizione del Partito popolare europeo, di cui fa parte anche il Pdl.  Si tratta di uno dei 14 vice presidenti che ha espresso una sua personale opinione”.
L’idea di Daul era già nota a dicembre, quando in una riunione di gruppo alla presenza di Barroso, aveva indugiato sul senso di responsabilità e di imparzialità del Ppe e per poi attaccare  frontalmente il populismo italiano e le ostilità verso Germania e Francia. “Il corto circuito – spiega da Strasburgo Roberta Angelilli vicepresidente del Parlamento europeo – viene da lontano. La plateale uscita di scena di Mauro dal Pdl (che costituisce la seconda delegazione del Parlamento europeo) per ingrossare le file del partito montiano, salutata da una standing ovation dell’assemblea, è il primo passo di un feeling con il premier italiano “salito” in politica”. Aspettiamo che ripari alla gaffe, continua Angelilli, smentirà ufficialmente il fuor d’opera? Per ora tutto tace. E pare che anche Monti non abbia gradito un sostegno che lede la sua immagine super partes. 

 

YRT-CNT/

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *