Debito alle stelle: altro record di Monti

15 Dic 2012 0:04 - di Desiree Ragazzi

Non solo una pressione fiscale enorme, famiglie sempre più povere e nessun crescita, il governo Monti lascia agli italiani anche un’altra pesante eredità: il record storico del debito pubblico. Tutti gli indicatori economici dall’Istat, al Centro studi di Confindustria a Bankitalia certificano che l’Italia è in caduta libera e in forte recessione. L’ultima conferma è arrivata dal supplemento “Finanza pubblica” al bollettino statistico della Banca d’Italia secondo il quale il debito pubblico italiano sfonda quota duemila miliardi di euro, a ottobre si attesta a 2.014 miliardi, in valore assoluto il livello più alto di sempre: a fine settembre era arrivato a quota 1.995 miliardi. Solo nel corso del 2012 l’indebitamento del nostro Paese è cresciuto di oltre 71 miliardi e di oltre 102 miliardi dall’inizio del governo Monti. Un fardello che pesa su ciascun italiano per più di 33mila euro a testa, neonati compresi.

Le entrate tributarie
A tutto ciò si aggiunge che nel mese di ottobre le entrate tributarie sono ammontate a 29,6 miliardi contro i 22,5 miliardi del mese precedente. A fronte di dati disastrosi il ministro dell’Economia Vittorio Grilli a New York mostra un cauto ottimismo: l’Italia corre ancora rischi ma «nella seconda metà del 2013 ci aspettiamo che i numeri miglioreranno». E intanto Fitch conferma il suo rating “A-”, seppure con outlook negativo. Un dato ottenuto, secondo l’agenzia, grazie al risanamento dei conti e all’avanzamento delle riforme strutturali «in linea con le attese».

Brunetta: da noi nessuna tassa
Una situazione drammatica che ormai è sotto gli occhi di tutti. «Il debito pubblico record? Grilli era il direttore generale del Tesoro ai tempi del nostro governo. Solo che ora il ministro Grilli ha approntato misure di aumento della pressione fiscale di tre punti, lo dice anche Banca d’Italia e si intesta, evidentemente, il record – ha affermato l’ex ministro e deputato del Pdl Renato Brunetta – Noi non l’avevamo fatto, non avevamo aumentato la pressione fiscale, questo governo l’ha aumentata. Questa è una delle ragioni di maggiore critica che noi rivolgiamo al governo dei tecnici, cioè quella di aver prodotto una spaventosa recessione. Ci avevano detto che noi avevamo portato l’Italia sull’orlo del baratro, a me il baratro sembra di viverlo in queste ore, in questi giorni».

Le amministrazioni centrali
A essere sempre più indebitate sono le amministrazioni centrali, mentre cala il passivo degli enti locali. Il debito non consolidato delle amministrazioni centrali raggiunge a ottobre i 1.907,242 miliardi dai 1.887,071 miliardi di settembre. Quello delle amministrazioni locali scende a 134,205 miliardi (da 134,551 miliardi). In particolare, quello delle Regioni e Province autonome cala a 40.523 milioni (da 40.680 milioni), quello dei Comuni a 50.051 milioni (da 50.251 milioni), mentre quello delle Province sale a 9.115 milioni (da 9.095 milioni).

Critiche dei consumatori
Preoccupati i consumatori, che criticano la politica del rigore adottata dall’esecutivo dei “tecnici”. Per Confesercenti «si sta innescando una spirale di declino per l’intero Paese, da evitare assolutamente. In caso contrario, il debito pubblico diventerà il totem a cui dovremo continuare a sacrificare tutte le nostre risorse». Adusbef e Federconsumatori calcolano che da metà novembre 2011, quando cioè è entrato in carica l’esecutivo, fino ad ottobre 2012 il debito pubblico è aumentato di 102,304 miliardi, con un aumento mensile di 9,2 miliardi. Ben più di quanto è aumentato nei due precedenti governi.

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