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Zodiac e Black Dahlia: due casi un solo killer? Cosa emerge nell’ultima inchiesta sui cold case più noti d’America

Codici e cambi d'identità

Zodiac e Black Dahlia: due casi un solo killer? Cosa emerge nell’ultima inchiesta sui cold case più noti d’America

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 23 Dicembre 2025 alle 19:26

Una rete di omicidi è stata considerata distintamente per oltre settant’anni, con una differenza sostanziale nel tempo e nello spazio. Ma la prospettiva potrebbe cambiare molto presto. Da una parte c’è il Zodiac killer, che tra il 1968 e il 1969 terrorizzò la California del Nord con una serie di omicidi e lettere cifrate. Dall’altra, invece, il brutale assassinio di Black Dahlia, avvenuto a Los Angeles nel 1947. Secondo una nuova e lunga inchiesta del Daily Mail, però, i due crimini potrebbero avere un unico responsabile.

Due misteri americani che si avvicinano: Zodiac e Black Dahlia

Il caso della Black Dahlia riguarda l’omicidio di Elizabeth Short, un’aspirante attrice 22enne, trovata morta il 15 gennaio di 78 anni fa a Los Angeles: il suo cadavere era stato segato a metà con una precisione chirurgica, lavato, mutilato ed esibito scenograficamente in un quartiere residenziale. Il volto era stato deturpato, come per creare un sorriso più ampio.

In seguito, l’assassino aveva contattato la stampa con lettere e pacchi he contenevano gli effetti personali della vittima. Dopo vent’anni , tra il 1968 e il 1969, la California del Nord fu terrorizzata dallo Zodiac Killer, responsabile di almeno cinque omicidi accertati e due sopravvissuti all’aggressione, tra cui giovani coppie e un tassista. Le  vittime sono state colpite con armi da fuoco e coltelli, in parchi o nelle “lovers’ lane”, cioè le strade isolate in cui si nascondono gli innamorati. L’escalation è culminata nell’accoltellamento al lago Berryessa di una coppia di studenti, in cui lui riuscì a sopravvivere nonostante le diverse coltellate. Parallelamente, l’assassino aveva costruito la pessima fama scrivendo lettere e cifrari criptati ai giornali, rivendicando i reati e sfidando spavaldamente la Polizia e l’opinione pubblica.

Libri e film su Zodiac e Black Dahlia: i delitti arrivano al cinema

Black Dahlia ha trovato una delle sue interpretazioni più note nel romanzo di James Ellroy, seguito dall’adattamento cinematografico omonimo di Brian De Palma. In Ellroy, l’assassinio diventa una metafora della corruzione morale di Los Angeles e del lato oscuro nell’industria dei sogni. Nel caso di Zodiac, il richiamo centrale è il libro di Robert Graysmith, da cui è stato tratto il film “Zodiac” di David Fincher con Jake Gillenhaal. Nella pellicola, il serial killer è raccontato come un’ossessione collettiva, un enigma che annienta gli investigatori e i giornalisti più di quanto distrugga le sue vittime. In tutti e due i casi, la mancanza di una verità definitiva è parte integrante del mistero.

Il sospettato Marvin Margolis, oppure Marvin Merrill?

Il nome indicato dall’investigazione è quello di Marvin Margolis, nato nel 1925 a Chicago, soldato della seconda guerra mondiale, che successivamente ha cambiato identità prendendo il nome di Marvin Merrill. Margolis era stato arruolato nella Marina statunitense come “Corpsman”, ossia infermiere militare, dove aveva imparato competenze mediche e chirurgiche. Dopo la fine del conflitto si era poi trasferito a Los Angeles e si era iscritto alla University of Southern California come studente di medicina. Le abilità tecniche sono proprio uno dei primi elementi che lo collegano al caso Black Dahlia.

Il legame del killer con Elizabeth Short

Secondo i documenti del gran giurì di Los Angeles del 1949-1950, Marvin Margolis fu uno dei 22 sospettati ufficiali per l’omicidio di Elizabeth Short. I documenti giudiziari segnalano che Margolis aveva avuto una relazione sentimentale con la vittima nei mesi precedenti al delitto e che i due avrebbero persino convissuto per poco tempo. Gli inquirenti dell’epoca credevano che l’omicida avesse una formazione medica, vista la precisione con cui il corpo di Short fu sezionato, lavato e disposto. Tra l’altro, Margolis risultava essere l’unico studente di medicina ad aver avuto una relazione stabile con la giovane attrice. Nei giorni precedenti alla morte, la giovane avrebbe confidato ad amici e conoscenti di avere paura per la propria vita, raccontando di un ex compagno geloso ed ex militare che l’aveva minacciata.

Le lettere criptiche e la relazione con la stampa

Un altro elemento centrale è il contatto diretto con la stampa. Dopo l’omicidio della Black Dahlia, l’assassino inviò lettere e pacchi al Los Angeles Examiner, firmandosi “Black Dahlia Avenger”. Vent’anni dopo, il Zodiac Killer avrebbe ripreso una strategia simile, scrivendo ai giornali della Bay Area, inoltrando messaggi criptati e attribuendosi i delitti. Secondo l’indagine, ci sono alcune somiglianze calligrafiche e stilistiche tra le lettere della Black Dahlia e quelle del Zodiac, che oggi sono oggetto delle nuove analisi forensi.

Dalla Black Dahlia allo Zodiac: storia di una metamorfosi

Dopo l’omicidio del 1947, Margolis  è andato via da Los Angeles e si è trasferito in diversi Stati, cambiando nome. Poi è tornato stabilmente in California all’inizio degli anni Sessanta. L’indagine sostiene che proprio in questo periodo sia iniziato il percorso che porta ai delitti dello Zodiac. Uno dei dettagli più rilevanti, però, riguarda le armi: Margolis, durante la guerra nel Pacifico, avrebbe riportato negli Stati Uniti una baionetta giapponese. Si tratta di un oggetto compatibile con quello usatonell’aggressione del 1969 al lago Berryessa, uno dei delitti attribuiti allo Zodiac, dove le vittime furono accoltellate con una lama militare.

I cifrari e l’identità della denominazione

Il punto di svolta dell’indagine è la presunta decifrazione del cifrario Z13, inviato dal Zodiac nel 1970 e mai ufficialmente chiarito. Secondo l’investigatore indipendente Alex Baber, il cifrario racchiuderebbe il vero nome del killer. Con i metodi di crittografia classica, archivi del censimento statunitense e strumenti di intelligenza artificiale, Baber sostiene di essere arrivato al nome Marvin Merrill, alias Marvin Margolis. La soluzione del cifrario è stata sottoposta a riesame dagli esperti di crittografia ed ex funzionari dell’intelligence.

I disegni e la probabile confessione dell’omicida

Tra i componenti più inquietanti citati nell’inchiesta figura un disegno realizzato da Merrill poco prima della morte, avvenuta nel 1993. Il disegno raffigura una donna nuda con il nome “Elizabeth” e, in base alle analisi grafiche, conterrebbe la parola “Zodiac” nascosta sotto l’inchiostro. Per gli investigatori, questo disegno descriverebbe una sorta di confessione postuma, creando un collegamento diretto tra Elizabeth Short e il nome Zodiac.

E adesso potrebbe arrivare la svolta

Il Daily Mail ritiene che le autorità di polizia della California e l’Fbi stiano esaminando il materiale raccolto: documenti d’archivio, campioni di scrittura, oggetti personali e possibili reperti biologici. Se queste analisi dovessero confermare le ipotesi avanzate, due dei più celebri “cold case” della storia americana potrebbero essere attribuiti allo stesso sospettato. Non si tratterebbe più quindi di due misteri separati, ma di un’unica lunga scia  criminale iniziata nel 1947 a Los Angeles e riemersa, vent’anni dopo, con il nome di Zodiac.

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di Gabriele Caramelli - 23 Dicembre 2025