Ucraina
Zelesnky: “Colloqui costruttivi sulle garanzie di sicurezza”. Resta il nodo Donbass. La Casa Bianca: Trump frustrato, vuole azioni
“Non c’erano vincoli specifici di date, ultimatum per un accordo di pace che ponga fine al conflitto. Ma gli Stati Uniti davvero volevano, e forse vogliono ancora, avere una comprensione piena entro Natale del punto a cui siamo con questo accordo”. Così Volodomyr Zelensky parlando con i giornalisti dopo aver presentato agli Stati Uniti un piano di pace rivisto. Secondo l’agenzia Ukrinform la versione consegnata ieri agli Usa rifletteva il punto di vista ucraino ma conteneva anche questioni europee. Il presidente ucraino ha poi riferito di “colloqui costruttivi e approfonditi” con gli Stati Uniti su “uno dei tre documenti su cui stiamo lavorando, quello sulle garanzie di sicurezza”. A rappresentare gli Stati Uniti, scrive Zelensky su X, il segretario di Stato Usa Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, il genero del tycoon, Jared Kushner, e i generali Keane e Grynkewich e Josh Gruenbaum.
Zelensky: colloqui costruttivi sulle garanzie di sicurezza
Nel post Zelensky ringrazia “anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte“. Ed esprime “grande apprezzamento per l’impegno attivo degli americani a tutti i livelli, non solo nel lavorare per la fine della guerra. Ma anche per garantire la sicurezza dell’Ucraina e impedire una nuova invasione russa”. Il leader di Kiev sottolinea che le garanzie di sicurezza sono tra gli elementi più critici per tutti i passi successivi. “Abbiamo già avuto l’esperienza negativa del Memorandum di Budapest. Tutti lo ricordano, così come le volte in cui la Russia ha ripetutamente violato tutti gli altri suoi impegni. Per questo – ripete – è cruciale che questo documento sulle garanzie di sicurezza fornisca risposte concrete alla principale preoccupazione degli ucraini. Quali azioni intraprenderanno i partner se la Russia dovesse decidere di lanciare nuovamente la sua aggressione”. Gli Stati Uniti – ha detto ancora – premono per un nostro ritiro dal Donbass e per una zona smilitarizzata».
Gli Usa pensano a un cessate il fuoco dopo la firma di un accordo quadro
Zelesnky ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco prima di un accordo quadro, a differenza della proposta della Casa Bianca. “Gli Stati Uniti, dopo ripetuti negoziati con la parte russa, ritengono che un cessate il fuoco totale possa arrivare solo con la firma di un accordo quadro. Non è un segreto – ha detto secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda – che i russi non accetteranno un cessate il fuoco se non si arriverà a un accordo. La nostra posizione non è cambiata. Crediamo sia necessario un cessate il fuoco. Ma l’informazione che riceviamo è esattamente questa: l’unica opzione per un cessate il fuoco è la firma di un accordo quadro”.
La Casa Bianca: Trump è frustrato, non vuole più parole
Non troppo confortante la reazione di Washington. “Il presidente è estremamente frustrato con entrambe le parti in questa guerra. E non vuole più parole, vuole azioni, vuole questa guerra arrivi a una fine”. Così la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. “Se riterremo ci siano vere possibilità di firmare un accordo di pace, se riteniamo gli incontri siano meritevoli” gli Stati Uniti invieranno “un rappresentante” in Europa nel fine settimana, ma è “ancora incerto”.