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Migranti, Piantedosi tira le somme

La rotta e la svolta

Migranti, il metodo Roma funziona: stop al business del “pacchetto viaggi” degli scafisti. Piantedosi: -60% di arrivi e l’Ue sta con l’Italia

Il titolare del Viminale annuncia la riduzione degli arrivi irregolari in Italia per il secondo anno consecutivo e rivendica il successo del modello italiano, ora riconosciuto e adottato dall'Unione Europea, nel contrasto ai traffici (valutati un miliardo di dollari all'anno) con le organizzazioni criminali che gestiscono una vera e propria «filiera» e offrono formule come «veri e propri itinerari di tipo turistico»

Politica - di Martino Della Costa - 15 Dicembre 2025 alle 16:21

Migranti, Piantedosi tira le somme: -60% di arrivi per il secondo anno consecutivo e l’Europa adotta il metodo Roma contro il “pacchetto turistico” degli scafisti. Un bilancio positivo, quello che delinea il ministro dell’Interno intervenendo alla XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori, dove ha delineato una visione chiara e pragmatica sulla crisi migratoria, scattando una fotografia reale dello status quo, definendo quella che è la attuale dinamica globale, che incide profondamente sulla stabilità sociale e sulla sicurezza degli Stati.

Asserendo: «Una delle principali dinamiche globali con cui siamo chiamati a misurarci è, senza dubbio, il fenomeno migratorio, che incide in profondità sulla stabilità delle società, sulla sicurezza, sullo sviluppo e sulle relazioni tra gli Stati» – ha sottolineato il titolare del Viminale, intervenendo alla Conferenza sul tema La sfida migratoria quale priorità internazionale –.

Migranti, Piantedosi: «Un fenomeno che incide su stabilità e sicurezza della società»

Aggiungendo anche: «Gestire questo fenomeno significa, innanzitutto, contrastarne la dimensione illegale, dove prevalgono l’assenza di regole, aumentano le vulnerabilità, si rafforzano le reti criminali e si moltiplicano le tragedie umane». Non solo però. Perché il cuore del suo intervento è stato il bilancio dei progressi compiuti dal Governo, i cui risultati dimostrano l’efficacia dell’approccio adottato, basato su una stretta integrazione tra sicurezza, azione diplomatica e cooperazione con i Paesi partner.

A riguardo, allora, intervenendo ad ampio raggio sul tema, il ministro ha snocciolato cifre che testimoniano un chiaro successo nella strategia di contrasto messa in atto dal governo e presa a esempio da molti altri Paesi, in Europa, come al di là dell’oceano. o oltremanica. Dati che registrano per il secondo anno consecutivo  una riduzione degli arrivi irregolari in Italia superiore al 60%. Anche sul fronte dei rimpatri, peraltro, si sta per superare la soglia dei 6.000 rinvii, con una crescita “esponenziale” rispetto agli anni precedenti, affiancata da un meccanismo in crescita per i rimpatri volontari assistiti. Questi risultati sono presentati come frutto di una coerenza metodologica che sta trasformando la percezione e le politiche migratorie a livello continentale.

Migranti e gestione dei flussi, Piantedosi: «Consolidiamo il -60% degli arrivi e sui rimpatri siamo a 6000»

Piantedosi, non a caso, ha infatti sottolineato come l’azione italiana abbia finalmente trovato convergenza in Europa, citando come risultato «storico» l’affermazione della posizione italiana sulla definizione del concetto di “Paese sicuro” in sede di Consiglio Giustizia e Affari interni. Questo modello viene emulato anche in aree strategiche, come dimostra l’azzeramento degli arrivi irregolari dalla Costa d’Avorio grazie a un’azione bilaterale incisiva.

«I risultati che stiamo registrando dimostrano che la strada è quella giusta» – ha asserito dunque Piantedosi –. Sottolineando come questo sia «il secondo anno che consolidiamo un dato di riduzione dei flussi irregolari verso l’Italia di oltre il 60%». E osservando contestualmente che: «Rispetto al numero di rimpatri stiamo per superare la soglia di 6mila con una crescita esponenziale rispetto agli anni precedenti. A questo si aggiunge la crescente affermazione del meccanismo dei rimpatri volontari assistiti: sfioreremo circa i mille, sono ancora pochi, ma è un’iniziativa su cui ci siamo strutturati solo di recente, che si va ad aggiungere le decine di migliaia di rimpatri volontari assistiti che grazie all’azione che stiamo facendo insieme stiamo praticando da Libia e Tunisia, ma anche dall’Algeria».

«Risultati importantissimi, frutto di un metodo fondato sulla coerenza tra interventi operativi»

Rivendicando tra soddisfazione e orgoglio: «Sono risultati importantissimi», ha detto Piantedosi facendo il punto su migranti e gestione dei flussi, «frutto di un metodo fondato sulla coerenza tra interventi operativi, azione diplomatica e coinvolgimento responsabile dei Paesi partner. E ribadendo la validità di un approccio che non contrappone sicurezza e cooperazione, ma le integra».

Migranti, Piantedosi: «Sui Paesi sicuri, dopo due anni anche la Ue sta con Italia»

Di più. «Un contributo sempre più rilevante proviene anche dal contesto europeo, dove si sta affermando una convergenza più ampia su posizioni che l’Italia sostiene da tempo: la necessità di una gestione più rigorosa dell’immigrazione irregolare, di procedure più efficaci, di una cooperazione rafforzata sui rimpatri e di un equilibrio più solido tra responsabilità e solidarietà. Proprio pochi giorni fa – ha dichiarato allora il ministro – abbiamo portato a casa un risultato storico in sede di Consiglio Giustizia e Affari interni che sulla definizione del concetto di Paese sicuro virava sulle posizioni dell’Italia. Ci si arriva con due anni e mezzo di ritardo su quel punto specifico. Ma è il frutto del lavoro che abbiamo fatto di mediazione, di proposizione».

Rafforzata significativamente anche la cooperazione con i Paesi d’origine e transito

Non solo. Perché come spiega Piantedosi, «l’Italia sostiene con convinzione un approccio che non si limita ad affrontare gli effetti del fenomeno, ma prova a intervenire sulle sue dinamiche profonde, agendo lungo l’intero percorso migratorio. È in questa logica che abbiamo provato a rafforzare la cooperazione con i governi dei Paesi coinvolti, o per l’origine o per il transito di questi flussi. Intensificando il dialogo politico e la collaborazione operativa tra le forze di polizia». «Soprattutto in Libia –ha tenuto a puntualizzare il titolare del Viminale – stiamo operando attraverso programmi di supporto, formazione e rafforzamento delle capacità di controllo delle frontiere, finanziati anche dall’Unione europea», ha proseguito.

Piantedosi: «Al lavoro su rotte da Asia meridionale»

In particolare. «Con altrettanto impegno – ha specificato Piantedosi – stiamo lavorando anche in Asia meridionale, da cui provengono la gran parte dei migranti in partenza dalla Libia, lungo tratte che passano spesso per Paesi del Golfo e per l’Egitto. Per incidere direttamente su queste traiettorie, all’inizio di maggio mi sono recato in Bangladesh e Pakistan, dove abbiamo firmato accordi che ampliano le vie di ingresso regolare in Italia a fronte di un impegno rafforzato nella prevenzione delle partenze irregolari e nella cooperazione sui rimpatri. Su questo versante registriamo dei primi segnali importanti nei confronti del Bangladesh».

Migranti, Viminale: «Azzerati gli arrivi irregolari dalla Costa d’Avorio»

Infine: «A questo lavoro – ha aggiunto in calce il ministro Piantedosi – abbiamo affiancato, più di recente, una dimensione regionale più ampia, che coinvolge anche Paesi strategici come Turchia e Qatar in specifiche iniziative di contrasto al traffico di migranti. Un esempio particolarmente significativo è rappresentato inoltre dalla Costa d’Avorio, Paese dal quale gli arrivi irregolari in Italia sono stati sostanzialmente azzerati grazie a un’azione bilaterale incisiva, culminata con la realizzazione del posto di frontiera di Dooba, al confine con la Liberia, nell’ambito di un progetto finanziato dal ministero dell’Interno con la collaborazione dell’Oim».

Migranti: altri 44 soccorsi da “Life Support” in zona Sar maltese, a bordo in 113

Tuttavia, il quadro operativo rimane complesso e drammatico, a fronte un’emergenza che spazia, come detto, in termini di percorsi variabili tra partenze e approdi. Piantedosi, pertanto, ha ricordato che le rotte migratorie sono in realtà sistemi organizzati di traffici transnazionali, con un giro d’affari stimato in circa un miliardo di dollari annui solo per la rotta del Mediterraneo centrale. Le organizzazioni criminali gestiscono una vera e propria «filiera» e offrono «pacchetti come veri e propri viaggi di tipo turistico» lungo percorsi complessi che coinvolgono Asia meridionale, Paesi del Golfo ed Egitto. Non a caso, le operazioni di soccorso continuano: l’ultima in ordine di tempo ha visto la nave Life Support di Emergency trarre in salvo 44 persone (aggiungendosi ad altri 69) nella zona Sar maltese, evidenziando la costante emergenza umanitaria in mare.

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